Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha confermato che il suo dicastero non risponderà ai «dubia» formulati dai quattro cardinali su «Amoris laetitia», focalizzati sulla possibilità di accedere ai sacramenti per i divorziati in seconda unione, in alcuni casi e dopo un percorso di discernimento. Il porporato tedesco, intervistato dall’agenzia austriaca Kathpress, spiegando che l’ex Sant’Uffizio «agisce e parla» con l’autorità del Papa e non può prendere parte «in una diversità di opinioni». Müller ha anche detto di vedere il pericolo della «polarizzazione» nella Chiesa. Un argomento, questo, toccato da Francesco nell’omelia del 19 novembre scorso in occasione del concistoro: «Il virus della polarizzazione e dell’inimicizia – aveva detto il Pontefice – permea i nostri modi di pensare, di sentire e di agire. Non siamo immuni da questo e dobbiamo stare attenti perché tale atteggiamento non occupi il nostro cuore».
Il Prefetto per la dottrina della fede ha quindi spiegato che i cinque «dubia» sono stati inviati direttamente al Papa prima della loro pubblicazione e ha dichiarato che Francesco potrebbe ancora incaricare la Congregazione di risolvere la tensione. «In questo momento – ha aggiunto – è importante per ciascuno di noi rimanere concentrati e oggettivi, e non essere portati nelle polemiche, tanto meno crearle». Müller ha scelto di non rispondere nel merito dei passaggi di «Amoris laetitia» che secondo i quattro cardinali avrebbero creato «confusione».
La Congregazione per la dottrina della fede, che parla con l’autorità del Papa e con la sua approvazione, non ha dunque preso posizione. Rimangono i testi delle proposizioni sinodali e quello dell’esortazione post-sinodale «Amoris laetitia» pubblicata dal Pontefice, che apre con cautela alla possibilità – non come diritto né tantomeno indiscriminatamente – di arrivare in qualche caso e dopo un profondo cammino di discernimento, anche a concedere i sacramenti.
Il cardinale esprime infine nell’intervista un suo parere personale sull’argomento, ricordando che a proposito della comunione per i divorziati in seconda unione la Congregazione per la dottrina della fede nel 1994 aveva in proposito negato a tre vescovi tedeschi questa possibilità.