di María Ausín Martínez
Recentemente ho visto di nuovo «Il Re leone», uno dei migliori film di sempre. Nessuno ha dato un Oscar a Simba per il suo triplice ruolo di erede al trono, fuorilegge ed eroe, ma il film si è conquistato una statuetta per la colonna sonora, davvero da brividi.
Mettendo da parte gli aspetti puramente cinematografici, il film è un processo straordinario verso il raggiungimento della propria maturità: un momento di crisi, una fase in cui il protagonista si dà alla bella vita, e poi un incontro che gli fa mettere la testa a posto.
In realtà sono due, gli incontri: il primo con Nala, sua migliore amica, che per la prima volta dopo tanto tempo lo porta a riflettere: cosa è successo nella sua vita, da farlo arrivare alla condizione in cui si trovava in quel momento? Aveva a lungo evitato di rispondere ad alcune profonde domande esistenziali, spinto da alcuni compagni (quelli dell’Hakuna Matata, per intenderci) senza tante prospettive per il futuro e con ancora meno preoccupati del proprio passato.
E poi il secondo incontro, ancora più determinante: quello con Rafiki, una scimmia che lo esorta a ritrovare se stesso. Ed è qui che inizia l’azione.
Essendo in Avvento, queste parole cadono a fagiolo. «Guarda dentro te stesso Simba, tu sei molto più di quello che sei diventato e devi prendere il tuo posto nel cerchio della vita … ricordati chi sei».
È sempre un buon momento per riflettere, stare in silenzio e guardare dentro noi stessi, ma l’Avvento è un tempo particolarmente adatto a fare tutto ciò. Ed anche Dio, che nel 21esimo secolo continua a raggiungere ogni persona, ci dice: “Guarda dentro te stesso”. Se lo facessimo potremmo scoprire di avere un potenziale enorme, di aver ricevuto tanti doni pur non essendo, tuttavia, le persone migliori che potremmo essere. I nostri difetti possono avere la meglio, una e mille volte. Ma non finisce lì… adesso viene la parte migliore: «Ricordati chi sei». Siamo figli di Dio. Un Dio che durante questo Natale vuole nascere nuovamente in noi e darci la forza di cui abbiamo bisogno per essere pienamente noi stessi e pienamente felici. Lui viene per consentirci di prendere il nostro posto nel cerchio della vita, irradiando la felicità che nasce dalla consapevolezza di essere amati e dall’aver scoperto la nostra natura umana in un bambino appena nato, cioè Dio stesso.
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Approfittiamo dunque di questo Avvento per ricordarci chi siamo e, soprattutto, per ricordarci che siamo amati. Riceveremo così uno stimolo nuovo a cambiare la nostra vita, proposito che ci assumiamo ogni anno nuovo e che facciamo così tanta fatica a mettere in pratica.
Felice Avvento a tutti!
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]