Riflettere su ciò che si desidera aiuterà a comprendere meglio la propria animaCosa desideri adesso, in questo esatto momento? Non deve essere necessariamente grande o importante. Qual è la prima cosa che ti viene in mente? Non è una domanda oziosa. Dopotutto, “là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore”.
L’imminente stagione natalizia è un periodo in cui il consumismo rischia profondamente di oscurare la sua sacralità. Perché dunque dovrebbe essere sano pensare ulteriormente a cosa si desideri?
La domanda non incoraggia necessariamente l’avidità, né vuole fomentare il senso di ingratitudine per ciò che già si fa. Riflettere su ciò che si desidera aiuterà a rivelare ciò che si apprezza. E, ancora più importante, mostrerà ciò che manca nella propria vita e ciò che si ritiene possa colmare quel vuoto. E questa consapevolezza ti renderà più misericordioso, ma approfondirò questo aspetto più tardi.
Sono io a chiedere la domanda, quindi forse dovrei essere io la prima a rispondere. Oggi volevo dei nuovi piatti piani, con dei colori più accesi. Pensandoci un po’ a fondo, mi sono resa conto che ciò che volevo in realtà fosse sentirmi una casalinga un po’ più in gamba. E ovviamente, va da sé, questo vuol dire che ciò che davvero desideravo era un po’ di autostima in più. I piatti non erano affatto il punto della questione.
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Penso che molti dei nostri desideri seguano un modello analogo. In realtà vogliamo qualcosa di più profondo, ma ci convinciamo di avere bisogno di questa o di quella cosa per ottenerlo. Il trucco è provare a scorgere ciò che si nasconde dietro lo specifico desiderio. Se la tua risposta fosse “un milione di dollari”, non per forza questo vorrebbe dire che tu sia avido; potrebbe significare semplicemente che tu desideri sicurezza nella vita, pace… e probabilmente pensi che quella somma possa servire allo scopo. Il tuo vero desiderio potrebbe essere la stabilità, e non il denaro in sé.
La vera domanda da porsi, una volta identificata la propria esigenza nascosta, è: “Ciò che desidero mi aiuterà davvero a raggiungere il risultato che perseguo?” E qui cade l’asino, perché noi umani caduti tendiamo a rispondere “no, prova di nuovo”. Non acquisterò maggior fiducia in me stessa con dei nuovi piatti piani, bensì con una conoscenza più profonda dell’amore che Dio ha per me. La stabilità non deriva dall’avere più soldi, ma dall’abbandonarsi alla volontà di Dio. Ciò che scopri potrebbe non piacerti, ma almeno saprai dove iniziare a risolvere il problema, senza perdere tempo con ciò che non riesce a soddisfarti.
Una volta che conosciamo la radice dei nostri desideri, come può questa conoscenza spingerci ad avere misericordia nei confronti degli altri? Graham Greene ha scritto che “l’odio è il fallimento dell’immaginazione”. Sì, perché quando odiamo qualcuno, lo percepiamo come radicalmente diverso, inferiore a noi. Ma, comprendendo i nostri reali desideri, un po’ di immaginazione rende più facile ricordare quanto gli altri siano simili a noi.
Forse tu vuoi denaro, e il tuo vicino desidera potere. Non è che forse entrambi vogliate la stessa cosa, cioè un senso di sicurezza? Forse io desidero dei nuovi piatti in porcellana, e tu vorresti rifarti il naso o acquistare una Ferrari (o entrambe le cose). Beh, non ho alcun diritto di prenderti in giro o di considerarti superficiale, visto che in realtà potrebbe entrambi desiderare fiducia in noi stessi. Nessuno di noi riuscirà a soddisfare il proprio bisogno continuando a rincorrere questi desideri, ma – et voila – questo è il nostro terreno comune. Non siamo poi così diversi come pensavo. Se ti odiassi, dovrei odiare anche me stessa, e a quel punto preferirei semplicemente chiedere a Dio di avere pietà di entrambi.
Potremmo non avere niente in comune, a parte la somiglianza a Dio. Ma una delle manifestazioni dell’immagine di Dio in noi si trova nei nostri desideri. Desideriamo il bene, perché la nostra Fonte è buona. L’immagine di Dio ci attira a Lui e ci spinge a desiderare Lui. E questo desiderio potrebbe nascondersi dietro la sua più disordinata espressione, se lo cerchiamo con attenzione. Se il fatto che i nostri desideri abbiano la stessa fonte non è un ponte che ci unisce, allora non so cosa potrebbe esserlo.
[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]