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Niente benedizioni di Natale a scuola?

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 01/12/16
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In provincia di Lecco primo divieto per quest’anno ai riti di preparazione al Natale nelle scuole…Niente benedizione di Natale per gli alunni delle scuole di Barzanò. La dirigente è stata categorica e al neo parroco, Don Renato, per il momento non resta che attendere: «Sono disponibile, ci mancherebbe altro, è il mio mestiere — dice don Renato —. Ma in questo caso non conta il mio parere. La decisione è della scuola ed è bene che le scelte siano prese anche con i genitori, che non sono tappezzeria quando si parla dei loro figli. Resto a disposizione, quello che deciderà la scuola farò, sono l’ultimo che deve parlare in questa situazione». A raccontare la vicenda è il Corriere della Sera, nella sua edizione milanese, che raccoglie le dichiarazioni della preside, Roberta Rizzini che dice:

«La scuola ha altri problemi, non credevo che mi sarei trovata a discutere di questo — dice —. Non ho neppure fatto una circolare. Semplicemente, durante le varie riunioni con i genitori, ho fatto sapere che l’eventuale ingresso del sacerdote poteva essere programmato prima dell’inizio della lezione oppure al termine. Non parliamo di una tradizione ma di un atto di culto vero e proprio, come tale non previsto in orario scolastico».

La dirigente però è convinta che la benedizione debba avvenire al di fuori dell’orario scolastico. «Non rientra nelle tradizioni — afferma Roberta Rizzini —. Nulla in contrario se parliamo del presepe, dei canti natalizi, della festa o dello spettacolo. Sono previsti nei nostri plessi, nel massimo rispetto delle sensibilità di tutti. La benedizione invece è un atto di culto. Non ho detto di non farla, ho cercato di mediare tra le diverse esigenze. So che per molte famiglie è importante e per questo ho pensato di far venire il sacerdote al di fuori delle lezioni. Sarei la prima ad essere presente».

Nel frattempo almeno in Uruguay, la foga laicista che negava il nome “Natale” alla festa del 25 Dicembre, si è spenta e ha lasciato spazio al buon senso, come racconta Vatican Insider:

Torna il Natale in Uruguay. Non che se ne fosse mai andato per la verità. La principale festività cattolica veniva celebrata come tale, magari a 30 gradi all’ombra essendo piena estate nel piccolo paese sudamericano, ma “occultata” sotto mentite spoglie. “Nel secolo passato, quando si ebbe la separazione tra Chiesa e Stato” osserva Daniel Kerber, vicario dell’Arcidiocesi di Montevideo, “ci fu la secolarizzazione di tutte le feste, tra esse la Settimana Santa, ufficialmente chiamata la Settimana del Turismo, e il Natale che ufficialmente era designato come il Giorno della Famiglia”. Fasti di una separazione intransigente che è perdurata in tempi ideologicamente meno rigidi verso la Chiesa e i suoi rappresentanti.

Evidentemente l’Italia non è l’Uruguay…

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