Un incontro sorprendente, tra il papa che sostiene che la misericordia di Dio è infinita e lo scienziato che esclude l’esistenza di Dio perché l’universo è infinito.
Stephen Hawking parteciperà il 2 dicembre a Roma a un convegno sul Big Bang, la teoria elaborata dal sacerdote cattolico Georges Lemaître ritenuta oggi l’ipotesi più accettata sull’origine dell’universo.
Papa Francesco e Stephen Hawking. La mano tesa tra fede e ragione
Lo scienziato britannico e papa Francesco hanno avuto un incontro “faccia a faccia” questo lunedì in Vaticano, qualche giorno dopo che l’astrofisico aveva affermato che chiedersi cosa ci sia stato prima del Big Bang non ha senso, visto che “è come chiedersi cosa ci sia a sud del Polo Sud”.
L’incontro tra i due carismatici rappresentanti mondiali della fede cattolica – Francesco – e della ragione basata sulla conoscenza scientifica – Hawking –, agli antipodi per quanto riguarda l’idea di Dio, è stato poco comune e cordiale.
Il pontefice latinoamericano considera Dio un Padre di misericordia infinita, più grande dell’universo che ha creato, lo stesso che Hawking studia da decenni e che ritiene sorto dal nulla e senza intervento divino.
“Con James Hartle dell’Università della California ho determinato quali condizioni fisiche doveva avere l’universo primitivo se lo spazio-tempo non avesse avuto limiti in passato. Il nostro modello è noto come la ‘Proposta di Assenza di Limite’”, ha affermato Hawking venerdì durante l’incontro Scienza e Sostenibilità, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze e in svolgimento fino al 29 novembre nella Casina Pio IV del Vaticano.
La teoria dell’esplosione dell’universo che lo avrebbe trascinato in un’espansione irreversibile è stata formulata da un sacerdote belga, Georges Lemaître (1894 – 1966).
Questa teoria (1927) ha ispirato vari studiosi moderni, tra i quali Hawking, che ha dichiarato che chiedersi cosa ci fosse prima del Big Bang non ha senso nella “Proposta di Assenza di Limite”, perché non c’è una nozione di tempo disponibile come riferimento.
Per Hawking quella dell’espansione dell’universo è stata una delle scoperte “intellettuali più importanti” degli ultimi tempi. Il 2 dicembre l’astrofisico parteciperà all’omaggio in preparazione a Roma presso l’Accademia del Belgio in onore di padre Lemaître.
Il Big Bang è una teoria accettata nel mondo accademico. Non c’è ancora una risposta convincente su cosa sia accaduto prima dell’esplosione, cosa l’abbia provocata e quale sia allora la ragione dell’esistenza, ma esiste una logica. “Il messaggio della scienza è che siamo figli di una logica e non del caos”, ha affermato il fisico nucleare Antonino Zichichi, collega di Hawking, alla Radio Vaticana.
Papa Francesco e il Big Bang
Secondo papa Francesco, il Big Bang è un atto d’amore di Dio. Nell’ottobre 2014, in un discorso alla plenaria dell’Accademia delle Scienze, il pontefice non ha aderito alla tesi della discordia tra religione e scienza.
Francesco ritiene che la scienza con le sue scoperte non neghi l’esistenza di Dio; al contrario, l’evoluzione fa parte del progetto di Dio per la sua creazione. Il Big Bang, quindi, “non contraddice l’intervento creatore divino”.
“E così la creazione è andata avanti per secoli e secoli, millenni e millenni finché è diventata quella che conosciamo oggi, proprio perché Dio non è un demiurgo o un mago, ma il Creatore che dà l’essere a tutti gli enti. L’inizio del mondo non è opera del caos che deve a un altro la sua origine, ma deriva direttamente da un Principio supremo che crea per amore. Il Big-Bang, che oggi si pone all’origine del mondo, non contraddice l’intervento creatore divino ma lo esige. L’evoluzione nella natura non contrasta con la nozione di Creazione, perché l’evoluzione presuppone la creazione degli esseri che si evolvono”, ha constatato il papa.
Il miracolo della vita in Hawking
Dal canto suo, Stephen Hawking, uno degli scienziati più rispettati al mondo, nel 2010, nel libro Il grande disegno, ha affermato che l’universo è sorto in modo spontaneo e che dietro ci sono la fisica e le sue leggi, prescindendo da Dio per spiegare l’origine della vita.
Nel suo testo, il famoso astrofisico e cosmologo si definisce apertamente ateo e ritiene che la religione creda nei miracoli, in contrasto con il metodo scientifico. “Non c’è alcun Dio”, insiste.
Ad ogni modo, Hawking rappresenta un miracolo per la scienza, perché sopravvive inspiegabilmente a 73 anni dopo che a 21 gli è stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica (ELA), una malattia degenerativa che provoca una paralisi muscolare.
I medici non gli avevano dato più di due o tre anni di vita, e invece Hawking si è sposato, ha avuto dei figli e viaggia in tutto il mondo per le sue conferenze. Attualmente riesce a muovere gli occhi e le guance, che gli permettono di controllare un computer per comunicare attraverso un sintetizzatore vocale. Con accento robotico, insiste sul fatto che la scienza spiegherà il principio della vita.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]