Viene da Assisi la storia della “trasformazione” di Yurek. “Ringraziamo Dio per questo miracolo”Il Giubileo della Misericordia regala la vita a Yurek, un polacco di 60 anni, clochard che girava per Assisi, uscito dal tunnel dell’alcool grazie a monsignor Domenico Sorrentino e alla Caritas.
“L’HO PORTATO IN VESCOVADO”
«La sera dell’apertura dell’Anno della Misericordia era molto freddo e rientrando a casa da San Rufino una religiosa mi ha portato a vedere dove era Yurek – spiega il vescovo – Era a terra ubriaco che rischiava di morire assiderato. Nonostante fosse una situazione molto difficile non ho voluto rassegnarmi, e anche se Yurek all’inizio non voleva sono poi riuscito a trasportarlo in Vescovado al caldo. Da lì l’ho inviato al Centro di Prima accoglienza della Caritas» (La Nazione, 28 novembre).
IL TUNNEL DELL’ALCOOL
Un incontro, quello con il vescovo, che ha salvato la vita al clochard. «I primi tempi sono stati difficili – ricorda il vice direttore della Caritas padre Stefano Tondelli – Yurek continuava a bere e il suo fisico a debilitarsi, se si provava a togliergli il vino lui scappava».
LA TRASFORMAZIONE
Dopo molteplici ricoveri e malori finalmente la dimissione “definitiva”. «Al rientro – prosegue padre Stefano – temevamo che ricominciasse a bere e invece…il miracolo! Non solo da quel giorno non ha più toccato vino, ma da allora si alza presto e comincia a pulire e spazzare il giardino con precisione assoluta. Prima trascurava l’igiene personale, ora si cura e la sua camera è sempre pulita e ordinata» (assisinews.it, 28 novembre).
QUANTI RISCHI!
«Non è stato facile – conclude Tondelli – all’ospedale e alla Caritas sono stati davvero molto pazienti ed hanno accettato tanti rischi. Anche il vescovo ha insistito tanto e questa volta il Signore ci ha dato la gioia di vedere un piccolo-grande frutto della speranza dell’amore».
LA MISERICORDIA DI DIO
«Un miracolo dell’anno della Misericordia – fa eco monsignor Sorrentino – ringraziamo Dio». Una vicenda quella di Yurek che nasconde una morale di fondo: solo toccando il fondo è possibile risalire e ricominciare a guardare al futuro (Corriere dell’Umbria, 28 novembre).