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6 modi per sopravvivere a una crisi spirituale nel mezzo di una vita frenetica

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Chaunie Brusie - For Her - pubblicato il 28/11/16
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Danielle Bean e Lisa Hendey condividono consigli per curarsi a livello spirituale quando sentiamo di non averne il tempoHo una terribile confessione da fare: ho vissuto un po’ in crisi spirituale negli ultimi, non saprei, diciamo sette anni. Spero che quello che sto passando sia piuttosto nomale e che ne verrò fuori, illesa, con una fede più forte che mai. Mi dico che le domande son una cosa positiva e che Dio ci ha dato un cervello per farci ragionare, e che sono benedetta per il fatto di avere una religione abbastanza forte da gestire questi interrogativi. Mi aggrappo al fatto che persino Madre Teresa ha vissuto l’oscurità spirituale, ma nel frattempo mi trovo in una posizione piuttosto difficile per un motivo: sono anche responsabile della vita spirituale di quattro bambini che dipendono da me. Accidenti.

E allora cosa dovrebbe fare una madre “agitata” a livello spirituale? Ho parlato con due guide spirituali cattoliche che affrontano la sfida di bilanciare fede e famiglia – Danielle Bean, madre di otto figli, oratrice ed editrice presso Catholic Digest nonché ospite di Catholic TV, e Lisa M. Hendey, fondatrice di CatholicMom.com e autrice di The Grace of Yes – per ricevere qualche indicazione su come affrontare l’aridità spirituale mentre si devono ancora guidare i propri bambini.

1. Sapere che i dubbi non sono una cosa negativa

Danielle, cresciuta nella fede cattolica, ha confermato quello in cui speravo, ovvero che non c’è niente di male nel nutrire dubbi e paure sulla propria fede. “Penso che dubitare sia normale”, afferma. “La Chiesa cattolica non ha paura delle domande. Chi dubita o cerca la verità troverà delle risposte nella nostra fede”. Alleluia.

2. Capire che la fede non è un sentimento

Su un piano collegato, molti di noi associano il fatto di avere fede ad avere quei sentimenti calorosi e vaghi che si provano quando tutto va bene nel mondo, ma non è sempre così quando parliamo di quello che la fede significa davvero nella nostra vita. È quando ci sentiamo peggio che la nostra fede diventa spesso più forte, a meno che non gettiamo la spugna. Danielle spiega che ci sono stati momenti nella sua vita in cui si è sentita delusa e perfino abbandonata da Dio, ma sono stati i periodi in cui la sua fede aveva solo bisogno di affrontare determinati dolori.

“Quando sono cresciuta e ho sperimentato alcuni dei fardelli e delle sofferenze del mondo, anche la mia vita di fede doveva crescere”, ha commentato. “Recitare preghiere di ringraziamento quando tutto va bene è facile e soddisfacente. Pregare quando si sente che il proprio mondo sta crollando e Dio è molto lontano è assai diverso. Credere che Dio ci ami e si prenda davvero cura di noi anche quando ci sentiamo tristi e delusi richiede una forza di fede maggiore”.

3. Riconoscere il bisogno

Sia Danielle che Lisa, cresciuta come cattolica ma che ha sposato un non cattolico, concordano nel dire che il fatto che in alcuni periodi si senta come se la propria anima fosse un po’ “avvizzita” indica che è più importante che mai fare ciò di cui si ha bisogno per sentirsi nuovamente bene. “Mi aiuta sapere che perfino i santi hanno affrontato questa situazione”, ha detto Lisa. “Ora, in una fase diversa della mia vita, riconosco i momenti di dubbio, e anche i periodi di benessere spirituale, come segni del fatto che devo raddoppiare il tempo che dedico alla preghiera e all’Eucaristia”.

4. Anche insegnare ai nostri figli può aiutare

I miei figli sono stati per me un catalizzatore per farmi impegnare di più a rispondere alle domande sulla mia fede. La mia figlia più grande di recente mi ha sfidato sul perché le donne non possono essere sacerdoti, la seconda mi ha chiesto perché siamo qui e si è domandata perché Dio l’abbia creata (domande che abbiamo un po’ tutti, no?) e mio figlio parla spesso di cosa accade dopo la morte.

Rispondere a queste domande per loro mi ha costretta a rispondervi anche per me – e non è una coincidenza. “Sono continuamente ispirata dalla vita di fede dei miei figli”, ha indicato Danielle. “C’è una semplicità meravigliosa nella fede di un bambino, nelle sue preghiere e nel tipo di domande che pone su Dio. In genere ho constatato che dobbiamo compiere un minimo sforzo per incoraggiare la vita di fede dei nostri figli, e in cambio veniamo ‘nutriti’ e incoraggiati nella nostra”.

5 . Non rendere la cura di sé a livello spirituale un’opzione

L’ironia, ha affermato Lisa, è che il periodo della nostra vita in cui essendo mamme di bambini piccoli abbiamo meno tempo è anche quello in cui abbiamo più bisogno che mai della forza della nostra fede.

“Penso che noi mamme dobbiamo riconoscere che il tempo con Dio è il ‘carburante’ che ci permette di amare e servire le nostre famiglie”, ha spiegato. “Dobbiamo ‘riempire il serbatoio’ ogni giorno, o non avremo le grazie di cui abbiamo bisogno per vivere con amore la nostra vocazione”.

Danielle concorda sul fatto che per le mamme sia particolarmente importante capire che prendersi del tempo per favorire la crescita e la cura spirituale non è un lusso opzionale per il quale ci si dovrebbe sentire in colpa. “Riconoscete che è un bisogno fondamentale”, ha esortato. “Prendersi cura di se stessi a livello spirituale non è un lusso, e bisogna riconoscerne l’importanza”.

Lo so, è più facile a dirsi che a farsi, vero? Danielle, però, consiglia di chiedere aiuto al proprio marito o a un’altra figura di sostegno se si lotta davvero non solo per credere all’importanza della cura di sé a livello spirituale, ma anche per metterla in pratica. Forse c’è un amico che vorrebbe assistere alla Messa con i vostri figli o stare con i bambini di modo che voi possiate andarci da soli? Uno dei miei metodi preferiti è usare la tecnologia mentre svolgo i lavori domestici. Metto un podcast o qualche musica che mi ispira per riflettere mentre piego la biancheria o lavo i piatti. Cercate sostegno se avete problemi al riguardo. Avete bisogno di tempo per pregare da sole al mattino? “Rendetelo una priorità, e poi siate creative!”, suggerisce Danielle.

6. Concentratevi su modi semplici per favorire la fede

A volte penso di essere così coinvolta nelle “grandi” domande sulla fede e l’esistenza da dimenticare di concentrarmi sulle cose semplici che possono davvero fare la differenza, come andare all’adorazione e sedersi per stare con Gesù. Se non lo fate da un po’, potrebbe sorprendervi quanto sia difficile – quando è stata l’ultima volta in cui voi mamme vi siete letteralmente sedute stando in silenzio? Danielle e Lisa hanno anche raccomandato di provare qualcuna di queste strategie quando ci si sente spiritualmente svuotati:

  • Silenzio quotidiano, in adorazione o mentre si portano i bambini da una parte all’altra!
  • Tempo quotidiano da dedicare al Vangelo.
  • Coinvolgimento come famiglia. Non c’è motivo di compiere questo viaggio da sole – ci sono cose che potreste fare di più come famiglia, come recitare insieme il rosario di sera o andare a Messa in un giorno feriale?
  • Andare via, staccare un po’. Forse un ritiro spirituale potrebbe essere d’aiuto.

Per finire, non dimenticate di concentrarvi su ciò che è davvero importante, che è l’amore di Gesù. Danielle avverte che si può dimenticare facilmente.

“Voglio solo incoraggiare le donne perché sappiano quanto Gesù le ama”, sostiene. “Lo dico sinceramente. Gesù vi ama come siete, dentro e fuori, anche quando vi sentite perdute e spezzate, e forse ancor di più quando vi sentite così. Aprite il vostro cuore alla presenza e all’amore di Gesù nella vostra vita e troverete la pace che tutti cerchiamo”.

Chaunie Brusie è un’ostetrica diventata scrittrice. È autrice di Tiny Blue Lines: Preparing For Your Baby, Reclaiming Your Life and Moving Forward in an Unplanned Pregnancy e madre di quattro bambini. Vive nel Michigan (Stati Uniti). Per conoscerla un po’ di più, tinybluelines.com.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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