Il neocardinale Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, uno dei 17 nuovi porporati creati sabato da Papa Francesco, a capo di una delegazione della Repubblica Centrafricana e accompagnato da un imam e da un pastore evangelico del suo Paese, andrà domani 22 novembre in visita alla Moschea di Roma.
Qui sarà accolto da Abdellah Redouane, direttore del centro islamico. Prima di entrare nella moschea l’arcivescovo di Bangui e la delegazione centrafricana si raccoglieranno in preghiera, poi ci sarà l’incontro. Nzapalainga è l’ecclesiastico che l’anno scorso ha accolto Papa Francesco in visita nel Paese ancora martoriato per la guerra civile e da cui Bergoglio ha lanciato il Giubileo della Misericordia aprendo la prima Porta santa.
Il 21 novembre il neocardinale ha lanciato dalla sede della Comunità di Sant’Egidio la «Piattaforma Interreligiosa» della Repubblica Centrafricana, non solo per rilanciare il dialogo e la convivenza pacifica in questo Paese che sta uscendo da un lungo conflitto civile, ma anche per offrire a tutti un modello di pace e riconciliazione contro ogni strumentalizzazione delle religioni a favore della guerra e del terrore. In questo quadro si colloca anche la visita alla moschea di Roma.
La Repubblica centrafricana vive ancora gli strascichi del conflitto tra le due fazioni Se’le’ka, principalmente composta da musulmani, e anti-Balaka, principalmente da cristiani. «Ma il nostro – ha sottolineato nell’incontro di oggi l’arcivescovo di Bangui – non è uno scontro interreligioso». Per arrivare alla pace, ha quindi spiegato, «la nostra forza è la parola, noi siamo la religione della parola e non delle armi e dobbiamo usarla per responsabilizzare le coscienze e creare quel clima di fiducia che solo può far deporre le armi ai gruppi armati in lotta».