In un’epoca di grandi cambiamenti sociali e culturali i cattolici francesi hanno celebrato la 91esima edizione della Settimana Sociale dei cattolici di Francia per discutere di presente e futuro del loro ruolo nella società. L’assemblea generale delle settimane sociali di Francia è stata guidata da Dominique Quinio, in carica dal 2 giugno scorso, già direttore del quotidiano cattolico “La Croix”.
Nata nel 1904, la settimana sociale è da sempre un luogo di formazione, di dibattito e di proposta sulle grandi sfide culturali, politiche e antropologiche della contemporaneità. Il taglio dell’evento è insieme pastorale e sociologico, un itinerario di studio, dialogo e discernimento a più voci, sui temi attuali della società francese. In particole negli ultimi anni sono stati presi in esame il ruolo della donna, la difficile stagione della laicità nella versione statuale transalpina, la presenza dei cattolici e dei cristiani nel contesto vivo degli ambienti di vita, il rapporto con la secolarizzazione e il contesto interculturale e interreligioso.
La “Settimana” quest’anno ha affrontato il tema dell’educazione e della formazione: “Ensemble, education”, un confronto sul rapporto intergenerazionale e come possa oggi trasmettere e testimoniare la fede e i valori cristiani nella società plurale. Le migrazioni forzate, i profughi che cercano un futuro in Europa e anche in Francia ha imposto alla comunità ecclesiale francese di interrogarsi su come rimettere «l’umano prima dell’economico e del finanziario al centro della vita del mondo», riprendendo il magistero di Francesco dell’”Evangelii Gaudium” e della lettera Enciclica “Laudato Sì”.
La Chiesa francese ha vissuto l’anno Giubilare della Misericordia in modo intenso. Un anno differente dagli altri giubilei che ha conosciuto la chiesa, per lo stile impresso da Papa Francesco e i suoi numerosi gesti di conversione ed evangelizzazione. L’apertura di porte sante in tutte le diocesi «è stato un elemento che ha avvicinato i fedeli a questo giubileo, fornendo loro spazi e luoghi in una dimensione più prossima nella quale la chiesa locale ha potuto operare nel promuovere momenti di conversione e cammino personali e comunitari».
Francesco non è certo il primo Papa a parlare di misericordia, ma è riuscito «a rinnovare la nozione teologica di Misericordia rendendola fruibile a pubblico molto più vasto, particolarmente grazie alla riscoperta di una chiesa in movimento, in uscita e in ascolto del mondo», è stato ricordato nel corso del confronto.
Nel corso della due giorni sull’educazione è emerso come il rapporto tra le generazioni e soprattutto la responsabilità di testimoniare i valori cristiani e umani nel mondo contemporaneo, soprattutto nella realtà francese, sia la dimensione fondamentale sulla quale impegnarsi.
In un anno caratterizzato dalle stragi di Parigi e Nizza, con gli attacchi terroristici che hanno insanguinato il Paese, a pochi mesi dall’uccisione di padre Jacques Hamel, un pensiero e una preghiera particolare sono stati rivolti dall’Assemblea a tutte le vittime innocenti e in particolare all’anziano prete di Rouen, brutalmente ucciso nel luglio scorso da terroristi jihadisti. La causa di beatificazione annunciata da Papa Francesco per il padre è anche il segno di un martirio che, è stato sottolineato, come la vocazione del cristiano sia, sempre e comunque, l’amore per Dio, i fratelli e la vita contro il male, la violenza e la morte.
Oltre al tema dell’educazione anche il contesto socio-politico francese è stato preso in esame. Nel mese di ottobre il Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi francesi ha pubblicato un testo intitolato “In un mondo che cambia, ritrovare il senso del politico”. Una lunga riflessione che segue la chiamata al discernimento, pubblicato il 20 giugno 2016, in vista delle elezioni di 2017. Il testo, preso in esame dall’assemblea, affronta proprio il tema della presenza dei credenti nella società partendo dal ruolo educativo civico e formativo religioso.
In una decina di capitoli, il documento del Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi francesi analizza la situazione della Francia e chiama a ridare senso alla politica e a riconsiderare il contratto sociale. Il testo, inoltre, difende anche il posto delle religioni nella società attraverso il loro ruolo pubblico nel contesto di una laicità aperta. Ciascuno, al suo livello, è responsabile della vita e dell’avvenire della nostra società, è stato ribadito. Ciò chiederà sempre coraggio ed audacia, partendo proprio dalla polarizzazione dei temi dell’educazione e della formazione, da vivere insieme e non in contrapposizione.