Vi spieghiamo perché se usato con buonsenso può aiutare il piccolo. Non ci sono nessi con la morte in cullaCiuccio “si” o ciuccio “no” per il vostro bambino? Ai milanesi il Comune sta consegnando in questi giorni il pacco dono di benvenuto per i neonati ma il ciuccetto non fa parte del “regalo” (Corriere della Sera, 14 novembre).
Come scrive Rossella Verga su 27esimaora.corriere.it (14 novembre), «da mamma dico: benissimo l’allattamento al seno ma qualche volta un ciuccio che tranquillizza può essere un sollievo per bimbi e genitori. Ho provato ad utilizzarlo con tre su tre, una non l’ha voluto e mi sono subito arresa ma non è stata mia la scelta di bandire il ciuccio. Le linee guida Unicef ne sconsigliano l’uso».
Il tema è da sempre dibattito tra i neonatologi che suggeriscono, se si allatta al seno, di limitare l’uso del ciuccio nel primo mese di vita.
Quello che è certo, come ricorda www.nostrofiglio.it, portale specializzato, ci sono almeno cinque cose da sapere sull’uso del ciuccio, su cui convengono gli esperti.
1) CAUCCIU’ O SILICONE?
I ciucci possono essere di due materiali: silicone e caucciù (o lattice). Qual è il materiale migliore? Il silicone nei primi mesi, il caucciù dai 4-6 mesi
«Il silicone resiste bene alla sterilizzazione senza alterarsi, pertanto è più indicato nelle prime fasi della vita, in cui l’igiene è estremamente importante; d’altro canto, essendo un materiale abbastanza fragile, sarebbe meglio evitarlo quando il bambino comincia a mettere i denti, poiché potrebbe staccarne dei pezzetti e inalarli» dice Claudio Profeti, neonatologo presso l’Ospedale Pediatrico “Anna Meyer”, Azienda Ospedaliera Universitaria di Firenze.
«Il caucciù è meno consigliabile nei primi mesi, poiché è un materiale poroso, che assorbe maggiormente i sapori e può essere più facilmente contaminato da batteri e funghi, mentre è preferibile per i bimbi dai 4-6 mesi in poi, che hanno meno problemi di tipo igienico ma possono mordicchiarlo meglio quando spuntano i primi dentini e trarne maggior soddisfazione».
2) FORMA A CILIEGIA
Qual è la forma migliore per il ciuccio? A ciliegina per i più piccoli, a goccia o anatomico per i più grandicelli
I ciucci possono avere tre forme: a ciliegina, a goccia o anatomici. Ogni bambino ha la sua preferenza, ma in linea di massima quello a ciliegia è il più simile al capezzolo materno e per questo è più adatto per i neonati.
3) DOPO 4-6 SETTIMANE DI VITA
Nei bambini nati a termine, è consigliabile iniziare ad usare il ciuccio a partire dalle 4-6 settimane di vita, quando termina la fase della calibrazione e l’allattamento si è ormai ben avviato. Secondo vari studi, infatti, l’uso del succhiotto può interferire con l’acquisizione della corretta modalità di suzione al seno (poiché la suzione del ciuccio è più simile a quella della tettarella del biberon) e può spingere il bambino ad attaccarsi di meno alla mammella, con conseguente riduzione della produzione di latte e della durata dell’allattamento.
4) BUONSENSO PER NON VIZIARE IL BAMBINO
Il ciuccio può diventare un ‘vizio’ per il bambino? Dipende dall’uso che se ne fa. «Il ciuccio – prosegue Profeti – può aiutare a tranquillizzare e dare benessere al bambino, specie durante i primi mesi e specie in alcuni momenti in cui può essere più agitato».
«Ma questo non significa dare il ciuccio al bambino tutte le volte che piange senza curarsi di cercare quale sia il problema: così facendo il bambino rischia di diventare davvero ciuccio-dipendente perché, non sentendosi compreso, il ciuccio diventa l’unico oggetto che gli permette di tranquillizzarsi. È importante invece – prosegue il neonatalogo dell’ospedale Meyer di Firenze – che i genitori si sforzino innanzitutto di comprendere il bisogno reale, in modo da soddisfarlo o individuare sistemi alternativi di consolazione, come offrirgli il seno materno, prenderlo in braccio, avvolgerlo in una copertina per contenerlo, cantargli una ninnananna».
5) SMETTERE DOPO I 10-12 MESI
Quand’è il momento di smettere col ciuccio? I pediatri concordano che gli svantaggi cominciano ad essere superiori ai benefici oltre i 10-12 mesi di età, specie se l’uso è intensivo. Il primo inconveniente è che il ciuccio potrebbe favorire l’insorgenza di otiti: il meccanismo non è ancora chiarito, ma si ipotizza che la suzione prolungata favorisca il reflusso di secrezioni nasofaringee all’interno della tuba di Eustachio.
PROTEGGE DALLA MORTE IN CULLA?
Un altro tema dibattuto è se il ciuccio protegge o meno dalla SIDS (morte improvvisa del lattante o morte in culla), che può avvenire generalmente tra il secondo e il quarto mese di vita, durante il sono profondo. Sulla rivista specializzata “Da mamma a mamma” (n°87) si citano alcuni studi che avvalorano la tesi della protezione, come quello di Hauck FR, Omojokun OO, Siadaty MS. “The pacifier debate: in reply” (rivista Pediatrics 2006), che hanno trovato una maggior proporzione di neonati che non utilizzavano il ciuccio durante la notte nei lattanti morti per SIDS. Intorno a questa tesi si è sviluppata una vivace discussione scientifica, che ha suscitato numerose critiche fra gli esponenti del mondo della ricerca e della sanità.
Lo studio che ha avuto la più ampia eco è stato effettuato su un gruppo relativamente piccolo di madri californiane (Li D. et al. Use of a dummy (pacifier) during sleep and risk of sudden infant death syndrome (SIDS): population based case-control study. BMJ 2006;332:18-22.), i cui bambini erano morti per SIDS, e su un gruppo di controllo di madri e bambini sani. Gli stessi autori hanno premesso che la loro ricerca presentava diversi punti deboli (la piccolezza del campione, l’alta proporzione di soggetti selezionati che non ha voluto partecipare allo studio, il rischio che i dati, ottenuti tramite interviste ai genitori, fossero falsati da omissioni) e hanno sottolineato che l’associazione fra la SIDS e l’uso del ciuccio non significava che fra i due elementi ci fosse necessariamente una relazione di causa ed effetto.