Mons. Philip Reilly è un instancabile difensore della vita, che però non riceve tutta questa attenzione, né causa polemicheNegli ultimi giorni ha destato molto scalpore Padre Frank Pavone, che ha preso un feto abortito, lo ha messo sull’altare e ha poi postato un video di 44 minuti su Facebook. Ma leggendo la notizia e guardando quel video, non ho potuto fare a meno di pensare ad un altro sacerdote molto attivo nella tutela dei bambini non nati. Un instancabile difensore della vita, che però non riceve tutta questa attenzione, né causa polemiche. È Mons. Philip Reilly di Brooklyn, fondatore del Helpers of God’s Precious Infants.
La sua organizzazione ha fatto un bene immenso, semplicemente attraverso la presenza e la preghiera:
Almeno 50 dei nostri hanno fatto un corteo dalla mia parrocchia fino ad una clinica per aborti, a diversi isolati di distanza. Lì abbiamo pregato, cantato degli inni e mostrato un momento di silenzio a sostegno dei bambini non nati. Vedendoci, almeno una donna che stava per entrare nella clinica ha cambiato idea.
Mons. Reilly, un umile e determinato sacerdote di Brooklyn, ha trasformato la sua protesta pacifica in un movimento globale focalizzato sulla preghiera e, semplicemente, sulla presenza.
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Chi ha familiarità con la sua opera sa che il suo ministero non cerca lo scontro, ma è fatto di obbedienza, è basato sulla fede e incentrato sull’Eucaristia. Ogni corteo inizia con una Messa e termina con una Benedizione. E nel suo svolgimento c’è la forma di preghiera più semplice e maggiormente riconoscibile: il Rosario. Viene invocata continuamente la donna che ha dato vita alla nostra salvezza, la Madre di Dio. “Prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte, Amen”.
La Morte non è mai lontana dalle nostre menti, quando camminiamo per strada pregando per i bambini non nati. Siamo consapevoli della nostra mortalità. Ma teniamo a mente anche il dono della vita. Il dono della riconciliazione. La beatitudine della speranza.
La donna che questa mattina ha cambiato idea lo ha fatto anche grazie alla silenziosa e ostinata opera di Mons. Reilly. Nel corso dei decenni è stato una potente testimonianza di vita. E non dimentichiamo la sua più grande arma, che ha portato questa mattina tra le strade del Queens: il Rosario.
Pregate per Padre Pavone. E pregate anche per Mons. Reilly e la sua straordinaria missione. Sono onorato – nell’umiltà – di aver pregato al suo fianco. Lui sta avendo un forte impatto sulla società (tra le altre cose, voglio ricordare che la clinica nel Queens in cui abbiamo pregato poi ha chiuso).
Potete approfondire la sua organizzazione su questo sito.
[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]