Il cardinale Segretario di Stato e la polemica con il Papa sui migranti: si dice che altro è essere candidati, altro presidentiAuguri a Donald Trump, rispetto per il processo democratico statunitense, l’auspicio che il nuovo presidente lavori a servizio della sua patria ma anche del benessere e della pace nel mondo. È il commento a caldo del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che, a chi domanda della polemica sui migranti tra l’allora candidato repubblicano e Papa Francesco di ritorno dal Messico (”Chi vuole costruire muri non è cristiano”), risponde: «Si dice che altro è essere candidato, altro essere presidente…»
«Prima di tutto prendiamo nota con rispetto della volontà espressa dal popolo americano con questo esercizio di democrazia, che mi dicono sia stato caratterizzato anche da una grande affluenza alle urne», ha detto Parolin a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia Universitá Lateranense. «E poi facciamo gli auguri al nuovo presidente perché il suo governo possa essere davvero fruttuoso e assicuriamo anche la nostra preghiera perché il Signore lo illumini e lo sostenga al servizio della sua patria, naturalmente, ma anche a servizio del benessere e della pace nel mondo. Credo che oggi c’è bisogno di lavorare tutti per cambiare la situazione mondiale, che è una situazione di grave lacerazione, di grave conflitto».
Quanto alla polemica col Papa sugli immigrati che dal Messico entrano negli Usa, nei mesi scorsi, «vedremo come si muove il presidente. Normalmente dicono: altro è essere candidato, altro è essere presidente, avere una responsabilità… E mi pare che in questo senso, anche da quello che ho sentito, anche se non ho approfondito molto, il futuro presidente si è già espresso in termini di leader … Poi sui temi specifici vedremo quali saranno le scelte e in base a quelle si potrà dare anche un giudizio. Mi pare prematuro dare giudizi».