“Chi sbaglia dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione”Prima di perdere del tutto la voglia di vivere, Carlos Adrián Vázquez ricevette una lettera da papa Francesco. Il giovane, di origine sudamericana, è dall’età di 16 anni in un carcere minorile di Los Angeles, dove sta scontando una pena per omicidio colposo.
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Carlos ha dichiarato alla CNN di aver scritto una lettera al Papa per chiedere perdono; dopo aver ricevuto una risposta con il solenne sigillo pontificio (e delle parole di speranza), il giovane ha deciso di non suicidarsi.
Il papa che ha scritto la lettera è lo stesso che ha lavato i piedi ai detenuti del carcere di Rebibbia e che nelle sue visite pastorali nel mondo include sempre una tappa in una prigione. Lo scorso febbraio il Pontefice ha detto: “Ogni volta che entro in carcere mi domando: Perché loro e non io?“.
“Non riuscivo a credere che il Papa avrebbe scritto a qualcuno che si trova dietro le sbarre”, ha detto Vázquez in un’intervista realizzata dalla CNN dal carcere minorile.
“Caro Carlos”, si legge nella lettera (del 21 gennaio 2016) rivolta al ragazzo, che a quindici anni ha abbandonato la scuola e la famiglia per unirsi ad una gang.
“Che la pace di Gesù Cristo sia con te! Mi ha fatto piacere ricevere la tua lettera…”, ha scritto il Papa.
La lettera si inquadra nel contesto del Giubileo della misericordia che si svolge anche nelle carceri in tutto il mondo.
Il Papa si è compiaciuto del fatto che anche i giovani detenuti del Barry Nidorf Juvenil Hall abbiano preso parte alla celebrazione dell’Anno Santo con la Chiesa “con i Suoi doni di misericordia e amore verso ognuno di noi”.
“Prego affinché, mentre tu e i tuoi compagni celebrate l’apertura della Porta Santa, possiate ricevere questi doni ed essere ripieni di pace e speranza“, ha scritto Francesco.
Bergoglio ha invitato Vázquez e i suoi compagni a condividere lo spirito del Giubileo e ad essere “buoni e misericordiosi gli uni con gli altri”.
“In questo modo, la misericordia di Dio si estenderà e il suo amore metterà radici profonde in voi”, ha spiegato.
“Sappi che il Papa ti sta pensando e prega per te. E, per favore, ricordati di pregare per me, perché ho un gran bisogno delle tue preghiere”, ha concluso il Papa.
Leggiamo nella bolla di indizione del Giubileo, firmata dal Papa: “Chi sbaglia dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono. Dio non rifiuta la giustizia”.
In questa ricerca di perdono e giustizia, Vázquez conobbe il sacerdote gesuita Michael Kennedy, direttore dell’iniziativa Giustizia Restaurativa gesuita all’interno del carcere, che lo ha esortato a scrivere al papa.
“Partecipava alle risse, non faceva altro che pensare alla sua banda”, ha detto Kennedy alla CNN.
Il sacerdote esorta i giovani a cambiare vita iniziando dalle proprie azioni, perché non amiamo solo a parole, ma con i fatti.
“So di aver commesso degli errori e di aver fatto del male alle persone, ma l’ho capito nei miei due anni e cinque mesi di prigione”, ha detto il giovane.
Vázquez ha espresso il suo pentimento e ha chiesto perdono alle persone a cui ha fatto del male. Sebbene non sia stato lui ad uccidere direttamente la vittima in una lotta tra gang di strada, è consapevole che le sue azioni abbiano distrutto una vita.
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“Spero che un giorno mi possano perdonare”, ha detto. “Voglio vivere la vita che la vittima non ha avuto l’opportunità di vivere e voglio essere buono”.
“Anche se la società non dovesse perdonarmi, so che Dio mi perdona per i miei peccati”, ha dichiarato alla CNN.
Il ragazzo ha così commentato la lettera del papa: “È un messaggio di Dio, che tutti siamo esseri umani, e ci dà la speranza che Dio vuole che tutti siamo uguali; tutti sbagliamo, ma possiamo risollevarci e andare avanti”.
Per visionare l’intervista completa in inglese, clicca qui.