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Il Papa e quei vescovi morti che hanno testimoniato Dio da “eroi”

Vatican Insider - pubblicato il 04/11/16

Il Papa ha ricordato i pastori «chiamati a rendere testimonianza al Vangelo in maniera eroica, sostenendo pesanti tribolazioni», nel corso della annuale Messa che ha celebrato a San Pietro in suffragio dei cardinali e dei vescovi defunti nel corso dell’anno. 

«Il mese di novembre, che la pietà cristiana dedica al ricordo dei fedeli defunti, suscita ogni anno nella comunità ecclesiale il pensiero della vita oltre la morte e soprattutto il pensiero dell’incontro definitivo con il Signore», ha ricordato Francesco nella sua omelia. «Egli si farà giudice del nostro percorso terreno; un giudice le cui caratteristiche sono la misericordia e la pietà, come ci ha ricordato il salmista». 

Quest’anno sono morti sette cardinali, gli italiani Loris Capovilla, storico segretario di Giovanni XXIII creato cardinale dallo stesso Francesco, Silvano Piovanelli, ex arcivescovo di Firenze, Carlo Furno e Giovanni Coppa, il boliviano Julio Terrazas Sandoval, lo svizzero Georges Cottier, ex teologo della Casa pontificia e il polacco Franciszek Macharski, che il Papa ha visitato in Polonia nei suoi ultimi giorni di vita, e 136 vescovi di tutto il mondo.  

«Questi nostri fratelli – ha detto il Papa – sono giunti alla meta, dopo aver servito la Chiesa e amato il Signore Gesù, in quella certezza di amore che l’apostolo Paolo ci ha ricordato nella seconda lettura: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”. È la fede nell’amore di Cristo, dal quale nulla ci può separare: né tribolazione, né angoscia, né persecuzione, né pericolo, né morte, né vita…». 

«Il cammino verso la casa del Padre comincia, per ciascuno di noi, nel giorno stesso in cui apriamo gli occhi alla luce e, mediante il Battesimo, alla grazia», ha detto ancora il Papa. «Una tappa importante di questo cammino, per noi sacerdoti e vescovi, è il momento in cui pronunciamo l’“eccomi!” durante l’Ordinazione sacerdotale. Da quel momento siamo in modo speciale uniti a Cristo, associati al suo Sacerdozio ministeriale. Nell’ora della morte, pronunceremo l’ultimo “eccomi”, unito a quello di Gesù, che morì affidando il suo spirito nelle mani del Padre».  

I cardinali e i vescovi che il Papa ha ricordato oggi «sono stati pastori del gregge di Cristo e, ad imitazione di Lui, si sono spesi, donati e sacrificati per la salvezza del popolo a loro affidato», con il loro ministero «hanno impresso nei cuori dei fedeli la consolante verità che “grazia e misericordia sono per i suoi eletti”». Ancora, «nel nome del Dio della misericordia e del perdono, le loro mani hanno benedetto e assolto, le loro parole hanno confortato e asciugato lacrime, la loro presenza ha testimoniato con eloquenza che la bontà di Dio è inesauribile e la sua misericordia è infinita. A lcuni di loro – ha sottolineato il Papa – sono stati chiamati a rendere testimonianza al Vangelo in maniera eroica, sostenendo pesanti tribolazioni». La loro morte «è, in realtà, l’ingresso nella pienezza della vita. In questa luce di fede, ci sentiamo ancor più vicini ai nostri Fratelli defunti: la morte ci ha apparentemente separati, ma la potenza di Cristo e del suo Spirito ci unisce in modo ancora più profondo. Continueremo a sentirli accanto a noi nella comunione dei santi. Nutriti del Pane della vita, anche noi, insieme con quanti ci hanno preceduto, attendiamo con ferma speranza il giorno dell’incontro faccia a faccia con il volto luminoso e misericordioso del Padre». 

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