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Papa Francesco: è terribile invocare nome di Dio per violenze e terrorismo

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Original Filename

Bus_000_Del6235702.j
pg

Country

BANGLADESH

Creation Date

01 août 13

Credits

© STRDEL / AFP

Iconographer

Hugues

Agency file number

Del6235702

Agency contact

AFP

Photo research date

06 août 13

 

Abstract/Legend

 

A bus, allegedly set on fire by demonstrating Bangladesh Jamaat-e-Islami activists following a verdict banning the party from contesting next year's elections, burns in Bogra, some 120kms north of Dhaka, on August 1, 2013. Bangladesh's main Islamist party was banned from contesting next year's election when the high court ruled that Jamaat-e-Islami's charter breached the country's secular constitution. AFP PHOTO/STR


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Radio Vaticana - pubblicato il 03/11/16
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Così il pontefice ai rappresentanti delle religioni riunite in Vaticanodi Sergio Centofanti

Papa Francesco ha incontrato stamane in Vaticano i rappresentanti di diverse religioni, tra cui cristiani, ebrei, musulmani, buddisti e induisti, impegnati nel campo delle opere di  carità. Al centro dell’udienza, tenutasi nel contesto dell’Anno Giubilare, il tema della misericordia.

Fraternità senza sincretismi
“Oggi è tempo di fraternità” – ha detto Papa Francesco – è tempo che le religioni s’incontrino e dialoghino “senza sincretismi” per meglio conoscersi e comprendersi. Parlando della misericordia e della compassione che sono al centro del messaggio cristiano, cita un antico testo taoista che dice: «Il rigido e il duro appartengono alla morte; il molle e il tenero appartengono alla vita» (Tao-Te-Ching, 76):

“Chinarsi con compassionevole tenerezza verso l’umanità debole e bisognosa appartiene a un animo veramente religioso, che respinge la tentazione di prevaricare con la forza, che rifiuta di mercificare la vita umana e vede negli altri dei fratelli, mai dei numeri”.

L’eco della voce divina risuona nel cuore di ogni uomo
Ogni tradizione “autenticamente religiosa” – sottolinea – spinge il cuore a “farsi vicini a quanti vivono situazioni che richiedono una maggiore cura, come la malattia, la disabilità, la povertà, l’ingiustizia, le conseguenze dei conflitti e delle migrazioni”:

“È l’eco della voce divina, che parla alla coscienza di ciascuno, invitando a superare il ripiegamento su sé stessi e ad aprirsi: aprirsi all’Altro sopra di noi, che bussa alla porta del cuore; aprirsi all’altro accanto a noi, che bussa alla porta di casa, chiedendo attenzione e aiuto”.

La tecnologia non disseta l’uomo
L’uomo spesso dimentica Dio e si allontana dal prossimo e dalla “memoria del passato e così ripete, anche in forma più efferata, tragici errori commessi in altri tempi. È il dramma del male”, scelta libera dell’uomo. Ma l’amore misericordioso non lascia l’uomo in balia del male:

“In un mondo agitato e con poca memoria, che va di corsa lasciando indietro molti e senza accorgersi di rimanere senza fiato e senza meta, abbiamo oggi bisogno, come dell’ossigeno, di questo amore gratuito che rinnova la vita. L’uomo ha sete di misericordia e non vi è tecnologia che possa dissetarlo: cerca un affetto che vada oltre le consolazioni del momento, un porto sicuro dove approdi il suo navigare inquieto, un abbraccio infinito che perdona e riconcilia”.

Il perdono rende simili a Dio
Il perdono – ricorda il Papa – “è certamente il più grande dono che possiamo fare agli altri, perché è quello che costa di più, ma allo stesso tempo quello che ci rende più simili a Dio”. Si tratta di una misericordia che “si estende anche al mondo che ci circonda, alla nostra casa comune, che siamo chiamati a custodire e a preservare dal consumo sfrenato e vorace” per porre fine alla grave crisi ecologica di oggi.

Terribile accostare Dio e violenza
Il Papa, invita quindi a rigettare “le strade senza meta della contrapposizione e della chiusura. Non accada più che le religioni, a causa del comportamento di alcuni loro seguaci, trasmettano un messaggio stonato, dissonante da quello della misericordia”:

“Purtroppo, non passa giorno che non si senta parlare di violenze, conflitti, rapimenti, attacchi terroristici, vittime e distruzioni. Ed è terribile che per giustificare tali barbarie sia a volte invocato il nome di una religione o di Dio stesso. Siano condannati in modo chiaro questi atteggiamenti iniqui, che profanano il nome di Dio e inquinano la ricerca religiosa dell’uomo”.

Libertà religiosa
Siano invece favoriti, ovunque – conclude – “l’incontro pacifico tra i credenti e una reale libertà religiosa. In questo la nostra responsabilità di fronte a Dio, all’umanità e all’avvenire è grande e richiede ogni sforzo, senza alcun infingimento”.

 

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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