Mille detenuti prenderanno parte al Giubileo dei carcerati che si concluderà, domenica, con una messa presieduta dal Papa a San Pietro. A presentare l’evento è stato monsignor Rino Fisichella, responsabile vaticano dell’anno santo della misericordia che, iniziato l’otto dicembre del 2015, si concluderà il prossimo 20 novembre. Al termine, ha preannunciato, ci sarà una riflessione su «eventuali limiti che possono avere impedito la sua riuscita completa». Ma nessun «flop»: sono venti milioni, sinora, i pellegrini che hanno partecipato.
«Abbiamo vissuto un Anno intenso, ricco di novità e di momenti molto significativi per la vita della Chiesa», ha detto il presidente del pontificio consiglio per la Nuova evangelizzazione. «Ci sarà occasione, nelle prossime settimane, per un momento di riflessione conclusiva per verificare se le finalità e le aspettative del Giubileo sono state raggiunte e gli eventuali limiti che possono avere impedito la sua riuscita completa». Interpellato dai cronisti, l’arcivescovo ha detto che al 30 ottobre, secondo i calcoli dei suoi uffici, sono passati dalla porta santa di San Pietro 19 milioni e 797.653 persone: «Quando leggo che il Giubileo è stato un flop… Alla fantasia non c’è limite, alla fantasia va lasciato spazio creativo, ma le notizie non si fanno con la fantasia, e se invece che pettegolare con un officiale della Curia i giornalisti chiedessero a me avrebbero queste cifre».
Penultimo appuntamento, sabato cinque e domenica sei novembre, il giubileo dei carcerati. «Come si sa, per la prima volta sarà possibile a un grande numero di detenuti provenienti da varie parti d’Italia e di altri Paesi, essere presenti nella basilica di San Pietro per vivere il proprio Giubileo con Papa Francesco», ha detto Fisichella. «Sono stati invitati a partecipare al Giubileo in Roma i detenuti con i loro famigliari, gli agenti della Polizia Penitenziaria e altri operatori penitenziari, i cappellani delle carceri e le associazioni che offrono assistenza all’interno e all’esterno delle carceri. Sono iscritte al momento oltre 4.000 persone, di cui più di mille saranno i detenuti», prevalentemente reclusi in carceri italiane, «provenienti da 12 Paesi nel mondo: Inghilterra, Italia, Lettonia, Madagascar, Malesia, Messico, Olanda, Spagna, USA, Sudafrica, Svezia e Portogallo». Ci saranno «minori, persone in alternativa al carcere sul territorio, persone in detenzione domiciliare e detenuti definitivi con condanne diverse», compreso l’ergastolo.
Non ci saranno condannati a morte: « L’interesse del Papa va al di là del Giubileo», ha spiegato Fisichella, sottolineando che «negli ultimi mesi il Papa ha avuto più volte, nei mesi scorsi, un contatto telefonico» con un condannato a morte degli Stati Uniti. Dopo la visita al Congresso Usa, nel settembre del 2015, il Papa, peraltro, aveva chiesto, senza successo, a diversi governatori di Stati Usa, tramite lettere del nunzio apostolico, di sospendere l’esecuzione di alcuni condannati a morte. Il giubileo dei carcerati, che inizia sabato con la visita alle chiese giubilari, culmina domenica mattina. Dalle ore nove quattro persone (un detenuto, un carcerato minorenne, un fratello di una persona uccisa e un agente della polizia penitenziaria) porteranno le loro testimonianze, intercalate da musiche e canti realizzate dal Coro Papageno, composto da volontari e detenuti della Casa Circondariale Dozza di Bologna. Il servizio liturgico, poi, sarà svolto dai detenuti, e le ostie sono state prodotte da alcuni detenuti del carcere di Opera di Milano. Accanto al crocifisso ligneo vaticano del XIV secolo recentemente restaurato, sarà esposta la statua della Madonna della Mercede, protettrice dei prigionieri, con il Bambino Gesù che tiene tra le sue mani le manette aperte in segno di liberazione e di fiducia.
A margine della conferenza stampa, monsignor Fisichella non ha commentato con i giornalisti la «Marcia per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà» organizzata domenica stessa dai radicali e intitolata a Marco Pannella e Papa Francesco. «All’ultimo incontro che ho avuto con Pannella, alla presentazione di un libro», ha però ricordato Fisichella, «gli dissi: hai visto l’impegno di Papa Francesco per i carcerati? E non è finita, ci sarà un evento importante. Il suo sguardo era raggiante, e disse: sono convinto che farà la cosa più giusta».
Monsignor Fisichella ha poi illustrato anche il Giubileo delle Persone Socialmente Escluse che si svolgerà venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 novembre, prima del fine settimana conclusivo dell’anno santo. Si tratta, ha spiegato, di «persone che a causa di diversi motivi, dalla precarietà economica a varie patologie, dalla solitudine alla carenza di legami familiari, hanno difficoltà a inserirsi nel tessuto sociale e finiscono spesso con il rimanere ai margini della società, senza una casa o un posto dove abitare». I circa seimila partecipanti provengono da Francia, Germania, Portogallo, Inghilterra, Spagna, Polonia, Olanda, Italia, Ungheria, Slovacchia, Croazia e Svizzera. L’organizzazione è partita dall’Associazione francese Lazare, fondata da Étienne Villemain. Il Papa li incontrerà una prima volta venerdì 11 in aula Paolo VI e poi celebrerà messa domenica 13 a San Pietro.