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Mail private e sesso, bufera su Hillary Clinton a 10 giorni dal voto

DES MOINES, IA - OCTOBER 28: Democratic presidential nominee former Secretary of State Hillary Clinton speaks during a campaign rally at Roosevelt High School on October 28, 2016 in Des Moines, Iowa. With less than two weeks to go until election day, Hillary Clinton is campaigning in Iowa. Justin Sullivan/Getty Images/AFP

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 31/10/16
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Dopo le accuse sulle molestie sessuali per Trump, a dieci giorni dal voto finisce nel ciclone per il “Mail-gate” la candidata dei DemocraticiTerremoto sulle elezioni americane: a meno di dieci giorni dal voto, l’Fbi annuncia la riapertura dell’inchiesta relativa alle e-mail e ai server privati utilizzati da Hillary Clinton quando era segretario di Stato, dopo il ritrovamento di nuove mail in una vicenda “non collegata” ad una precedente inchiesta chiusa a luglio.

INCHIESTA A SFONDO SESSUALE

A riaprire il vaso di Pandora è infatti l’inchiesta sullo scambio di immagini a sfondo sessuale da parte di Anthony Weiner, il marito della braccio destro di Hillary, Huma Abedin. La notizia shock proviene dal direttore dell’Fbi James Comey che, in una lettera inviata ai membri del Congresso, ha comunicato la riapertura delle indagini per controllare nuove mail dell’allora segretario di Stato con l’obiettivo di verificare se contengano materiale classificato. Lo stesso Comey che in luglio aveva di fatto archiviato il caso e, pur criticando la grave negligenza dell’allora segretario di Stato per l’uso di un server privato, aveva escluso responsabilità penali (The Huffintgon Post, 31 ottobre).

Fosse stata una normale cittadina Hillary, avremmo parlato di una storia attinente ad etica e violazione della privacy ma se quella cittadina è la candidata dei Democratici alla guida degli Stati Uniti, oltre che ex Segretario di Stato, allora molte cose cambiano.

IL COMPUTER SEQUESTRATO

I giornali americani scrivono che l’FBI sta indagando Weiner perché sarebbe sospettato di aver mandato fotografie del suo pene a una quindicenne, con cui avrebbe avuto una specie di relazione online. Nel corso di quest’indagine è stato sequestrato un computer portatile che veniva utilizzato a casa sia da Weiner che da Abedin. Le email di cui si parla – che sarebbero migliaia, vecchie o nuove – sarebbero state trovate dentro questo portatile.

LE MAIL PRIVATE

Alcuni scrivono che sono email in cui Abedin parla di cose di lavoro ma non con Clinton, altri dicono che sono email in cui Abedin parla di cose di lavoro con Clinton, altri ancora dicono che sono email già esaminate. Non sono però fonti ufficiali, e non c’è quindi modo di sapere con certezza di quante mail si tratti e di cosa parlino quelle mail (Il Post.it, 31 ottobre).

E sopratutto da quelle mail è stata messa a rischio la sicurezza nazionale?, come si domanda Il Foglio (31 ottobre).

L’FBI: INDAGINE PER TRASPARENZA

Comey ha detto di aver deciso di far sapere dell’indagine per una questione di trasparenza. Il problema è che senza sapere nient’altro sull’indagine non c’è modo per gli elettori americani di farsene un’opinione fondata. Il candidato dei Repubblcani Donald Trump, dal canto suo finito nell’occhio del ciclone per una serie di presunte molestie sessuali a diverse donne, ha subito attaccato Clinton, e Clinton ha subito attaccato Comey, che ha 55 anni ed è a capo dell’FBI dal 2013, quando fu scelto da Barack Obama. In precedenza era stato un funzionario governativo nominato da Geroge W. Bush al Dipartimento della Difesa.

CLINTON: DIFFONDERE I CONTENUTI

È quindi stato scelto, evidenzia Il Post, sia da un Democratico che da un Repubblicano per ruoli importanti e nella sua storia personale non ci sono elementi per poterlo posizionare particolarmente vicino a Trump o Clinton.

Quando si saprà qualcosa in più? Non si sa. Clinton ha chiesto all’FBI di diffondere tutte le mail relative all’indagine, perché «è nell’interesse del popolo americano conoscere tutti i fatti immediatamente». Per ora la sollecitazione non è stata tenuta in considerazione.

LA RIMONTA DI TRUMP

Dopo che il “Mail-gate” ha “bilanciato” le accuse di molestie sessuali di cui è stato oggetto Trump, le elezioni americane, scrive Paolo Guzzanti su Il Giornale (31 ottobre) sono sempre più indecise:

“Queste elezioni americane sono come il poker: nessuno può essere sicuro di avere il punto più alto”.

“Hillary Clinton è stata servita di una scala quasi reale e Donald Trump aveva un full scarso, ma ecco che l’Fbi si mette di traverso e capovolge le aspettative con le famose e-mail di Hillary, un vero romanzo a puntate. Morale: «the Donald» può oggi farcela, ma a condizione che strappi dalle mani dell’avversaria voti che la signora Clinton dava per acquisiti, In particolare quelli dei neri americani e di alcune aree di «latinos». I sondaggi commissionati dal New York Times dicono che in Florida il repubblicano è in vantaggio sulla Clinton con il 46 per cento contro il 42. Nella Florida centrale e settentrionale la stella della Clinton declina, mentre Trump rimonta nettamente. E il sondaggio Abc-Washington Post rileva che Trump, a livello nazionale, sarebbe a un solo punto di distanza dalla Clinton”.

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