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Papa Francesco: “Abbiamo la possibilità di riparare, superando controversie e malintesi”

Pope Francis (C) leads an ecumenical prayer at the Lund Cathedral on October 31, 2016 in Lund, Sweden. Francis kicked off a two-day visit to Sweden to mark the 500th anniversary of the Reformation -- a highly symbolic trip, given that Martin Luther's dissenting movement launched centuries of bitter and often bloody divisions in Europe. / AFP PHOTO / VINCENZO PINTO

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Andrea Tornielli - Vatican Insider - pubblicato il 31/10/16
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L’incontro di preghiera con i luterani nella cattedrale di Lund.«Rimanete in me e io in voi». Con queste parole pronunciate da Gesù nell’ultima cena Papa Francesco ha iniziato la sua omelia a Lund, in Svezia, nella cattedrale dove è stata fondata la Federazione Luterana mondiale e dove oggi si svolge la preghiera comune con i luterani per commemorare i cinquecento anni della Riforma. Bergoglio ha detto che «possiamo sentire» il cuore di Cristo, «i battiti di amore per noi e il suo desiderio di unità per tutti coloro che credono in lui». Ci «dice che noi dobbiamo rimanere uniti a lui, se vogliamo portare frutto».

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Il Papa ha percorso a piedi il breve tragitto dal palazzo reale alla cattedrale, ed è entrato in processione, seguendo la grande croce variopinta, che rappresenta il banchetto a cui sono chiamati tutti i popoli della terra. Simbologia e colori tipicamente latinoamericani più che da paese nordico: l’opera è stata infatti realizzata dall’artista salvadoregno Christian Chavarría Ayala che collabora con la Chiesa luterana.

In quest’antica chiesa costruita in arenaria seguendo lo stile romanico della Lombardia e della regione del Reno in Germania, sormontata da due imponenti torri alte 55 metri, divenute punto di riferimento nello skyline di Lund e visibili dall’ampia pianura circostante, si celebra un passo importante del dialogo ecumenico tra cattolici e luterani.

«Vogliamo manifestare – spiega Francesco – il nostro comune desiderio di rimanere uniti a lui per avere la vita. Gli chiediamo: Signore, aiutaci con la tua grazia a essere più uniti a te per dare insieme una testimonianza più efficace di fede, speranza e carità». Il Papa ha ringraziato per il loro impegno quanti «non si sono rassegnati alla divisione, ma che hanno mantenuto viva la speranza della riconciliazione». «Non possiamo rassegnarci alla divisione e alla distanza che la separazione ha prodotto tra noi – ha detto il Papa – Abbiamo la possibilità di riparare ad un momento cruciale della nostra storia, superando controversie e malintesi che spesso ci hanno impedito di comprenderci gli uni gli altri».

Bergoglio ha aggiunto: «Dobbiamo guardare con amore e onestà al nostro passato e riconoscere l’errore e chiedere perdono: Dio solo è il giudice. Si deve riconoscere con la stessa onestà e amore che la nostra divisione si allontanava dalla intuizione originaria del popolo di Dio, che aspira naturalmente a rimanere unito, ed è stata storicamente perpetuata da uomini di potere di questo mondo più che per la volontà del popolo fedele, che sempre e in ogni luogo ha bisogno di essere guidato con sicurezza e tenerezza dal suo Buon Pastore».

Tuttavia, riconosce Francesco, «c’era una sincera volontà da entrambe le parti di professare e difendere la vera fede, ma siamo anche consapevoli che ci siamo chiusi in noi stessi per paura o pregiudizio verso la fede che gli altri professano con un accento e un linguaggio diversi».

«Dio è il padrone della vigna – ha detto Francesco – e con amore immenso la nutre e la protegge; lasciamoci commuovere dallo sguardo di Dio; l’unica cosa che egli desidera è che rimaniamo uniti come tralci vivi a suo Figlio Gesù. Con questo nuovo sguardo al passato non pretendiamo di realizzare una inattuabile correzione di quanto è accaduto, ma raccontare questa storia in modo diverso».

Il Papa ha quindi sottolineato le parole di Gesù : «Senza di me non potete far nulla». «Indubbiamente – ha aggiunto – la separazione è stata un’immensa fonte di sofferenze e di incomprensioni; ma al tempo stesso ci ha portato a prendere coscienza sinceramente che senza di lui non possiamo fare nulla, dandoci la possibilità di capire meglio alcuni aspetti della nostra fede. Con gratitudine riconosciamo che la Riforma ha contribuito a dare maggiore centralità alla Sacra Scrittura nella vita della Chiesa. Attraverso l’ascolto comune della Parola di Dio nelle Scritture, il dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana Mondiale, di cui celebriamo il 50° anniversario, ha compiuto passi importanti. Chiediamo al Signore che la sua Parola ci mantenga uniti, perché essa è fonte di nutrimento e di vita; senza la sua ispirazione non possiamo fare nulla».

Bergoglio ha quindi parlato dell’esperienza spirituale di Martin Lutero che «ci interpella e ci ricorda che non possiamo fare nulla senza Dio. “Come posso avere un Dio misericordioso?”. Questa è la domanda che costantemente tormentava Lutero. In effetti, la questione del giusto rapporto con Dio è la questione decisiva della vita». Francesco ha spiegato che attraverso il concetto di «solo per grazia divina», ci «viene ricordato che Dio ha sempre l’iniziativa e che precede qualsiasi risposta umana, nel momento stesso in cui cerca di suscitare tale risposta. La dottrina della giustificazione, quindi, esprime l’essenza dell’esistenza umana di fronte a Dio».

L’unità dei cristiani è «perché il mondo creda», come si legge nel Vangelo di Giovanni. Questo, ha detto il Papa, «è ciò che ci conforta e ci spinge a unirci a Gesù per chiederlo con insistenza: Dacci il dono dell’unità perché il mondo creda nella potenza della tua misericordia. Questa è la testimonianza che il mondo sta aspettando da noi. Come cristiani saremo testimonianza credibile della misericordia nella misura in cui il perdono, il rinnovamento e la riconciliazione saranno un’esperienza quotidiana tra noi. Insieme possiamo annunciare e manifestare concretamente e con gioia la misericordia di Dio, difendendo e servendo la dignità di ogni persona. Senza questo servizio al mondo e nel mondo, la fede cristiana è incompleta».

Prima del Pontefice aveva preso la parola il reverendo Martin Junge, segretario della Federazione Luterana mondiale. Nella sua omelia, ha detto che «vedendo Gesù Cristo in mezzo a noi, abbiamo incominciato a vederci in modo diverso. Riconosciamo che è moltissimo di più ciò che ci unisce, rispetto a ciò che ci divide. Siamo rami di una stessa vite. Siamo uno nel battesimo. Per questo siamo qui in questa commemorazione congiunta: ci prepariamo a riscoprire chi siamo in Cristo».

Junge ha anche aggiunto: «Coscienti di tutte quelle forze centrifughe che sempre minacciano di separarci, vorrei richiamarci affinché confidiamo nella forza centripeta del battesimo. La grazia liberatrice del battesimo è un dono divino che ci convoca e ci unisce».

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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