Nei restauri a Gerusalemme per la prima volta dopo oltre due secoli è stata rimossa per qualche ora la lastra di marmo dell’altare nella parte interna della tomba di GesùÈ successo qualcosa di storico questa settimana nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Qualcosa che ha permesso di vedere come non capitava da secoli la tomba vuota di Gesù, il luogo più venerato da tutti i cristiani. Da qualche mese, infatti, sono in corso i lavori di restauro dell’edicola che – nella grande chiesa – racchiude proprio quello che secondo una tradizione cristiana antichissima è il posto dove venne deposto il corpo di Gesù dopo la crocifissione.
I restauri – resi possibili da un accordo tra le diverse confessioni cristiane che insieme (e storicamente non senza momenti di frizione) amministrano la basilica – riguardano principalmente la statica della piccola struttura posta al centro di una rotonda; secondo i rilievi compiuti dagli esperti, infatti, la sua stabilità sarebbe ormai talmente compromessa da non rendere più sufficienti i rinforzi metallici installati dopo un terremoto che colpì Gerusalemme nel 1927. In Terra Santa, però, i restauri sono sempre un’occasione preziosa per approfondire le conoscenze archeologiche. Ed è quanto sta avvenendo anche questa volta al Santo Sepolcro, con la decisione di rimuovere temporaneamente la lastra di marmo dell’altare interno all’edicola, nell’angusto spazio davanti al quale i pellegrini pregano venerando la tomba di Gesù.
Si tratta di un fatto eccezionale: l’ultima volta era successo nel 1810; e andando ancora indietro nel tempo, le cronache parlano solo di un ulteriore precedente nel 1555, in occasione di altri lavori di sistemazione dell’edicola. Per l’operazione – durata appena una manciata di ore – è stata dunque concordata la data di mercoledì 26 ottobre: a partire dalle 14 è stato chiuso l’accesso ai pellegrini; e alle 19, adottate tutte le precauzioni del caso, è avvenuta la rimozione vera e propria della lastra, alla presenza del patriarca greco-ortodosso Teofilo III, del vicario della Custodia francescana di Terra Santa fra Dobromir Jazstal e del vescovo armeno Sévan.
L’eccezionale momento è stato ripreso dalle telecamere del National Geographic a cui la direzione del restauro, guidata da un’équipe dell’Università Tecnica Nazionale di Atene coordinata dalla professoressa Antonia Moropoulou, ha concesso in esclusiva le immagini. Così già giovedì la prestigiosa rivista ha diffuso un primo servizio con un video sull’operazione; un filmato dal quale, però, si capisce ancora ben poco su che cosa abbiano trovato sotto la lastra di marmo. Per evitare il rischio di possibili danni, infatti, lo spazio sotto l’altare era stato riempito di sabbia. I rilievi interessanti, dunque, sono avvenuti durante la notte e nella mattina seguente, una volta rimossa la sabbia. E che cosa è emerso? A raccontarlo sul loro sito internet sono i Francescani della Custodia di Terra Santa, con una cronaca intitolata «Ho visto la tomba del Cristo vivente» . Un testo che – non senza un pizzico di ironia – osserva che se è proibito violare un’esclusiva pubblicando le foto scattate (e non ancora diffuse da National Geographic), non lo è «raccontare l’emozione di chi le ha guardate».
I Frati raccontano, dunque, che quando la sabbia è stata rimossa «è apparsa un’altra lastra di marmo grigio, spaccata. È lunga come quella che la ricopre, ma larga solo la metà; il resto sembra esser stato rotto. Si potrebbe trattare (al condizionale) della lastra posta dai Crociati. Non vi è nessuna certezza, sarà compito degli scienziati trarre le loro conclusioni dopo aver analizzato i reperti».
Ma il dato importante è soprattutto quanto affiora dalla spaccatura di questa seconda lastra più interna: «Là dove il marmo grigio manca – proseguono i Frati – appare la roccia. È la roccia originaria, il letto funebre di Gesù, tagliato nella stessa pietra di Gerusalemme». E c’è un altro dettaglio interessante dal punto di vista archeologico: «Nella pietra – spiegano – si scorgono dei canali scavati». Un fatto, questo, già al centro di discussioni tra gli esperti sulle possibili interpretazioni: sarebbero «per lo scorrimento dei fluidi, dicono gli uni, per un rituale bizantino che consiste nel santificare l’olio, affermano altri». Un’altra indicazione riguarda poi una pista di indagini che probabilmente verrà sviluppata a partire dalle immagini: «Il modo in cui la pietra è tagliata – riferiscono – potrebbe dare un’idea agli specialisti dell’orientamento del corpo. La testa diretta verso ovest o verso est?». Infine una riflessione più generale: «Ciò che tutti costatano è che la pietra sulla quale riposò il corpo di Cristo è del tutto ordinaria, mentre il momento per coloro che la guardano è assolutamente straordinario».
Poche prime impressioni, dunque; ma ugualmente chiare nel confermare il fondamento storico della devozione dei cristiani per la tomba vuota di Gesù. L’emergere della pietra è infatti un’ulteriore conferma del fatto che nel centro della rotonda c’è davvero una roccia sepolcrale; e doveva essere già al centro del luogo di culto giudeo-cristiano fatto distruggere dall’imperatore romano Adriano nell’anno 135 d.C. e sostituito proprio lì con un tempio per il culto di Giove, Minerva e Venere.
Si capisce, quindi, l’emozione profonda con cui i Francescani concludono sul sito il loro racconto: «Chi ha potuto entrare e vedere – scrivono -, come se avesse risposto all’invito degli Angeli nel giorno di Pasqua (Mt 28,6), è ancora vivamente toccato, segnato e benedice il Signore per aver vissuto un giorno straordinario. Hanno visto con i loro occhi il punto gps dove il corpo del Signore riposò. Era stato detto loro che era lì. Ma si è offerto ai loro occhi come il fianco di Gesù aperto davanti alle dita di Tommaso. Che l’abbiano toccato o meno, sono usciti da lì con un unico grido di gioia: “Sì ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu Re vittorioso, abbi pietà di noi”».