«Grazie per averci aperto di nuovo le vostre porte e il vostro cuore con simpatia. Insieme ci siamo ritrovati nella Chiesa in uscita, come dice papa Francesco, e insieme viviamo uno spirito apostolico allegro», lo ha detto padre Arturo Sosa, il nuovo preposito generale della Compagnia di Gesù, che ieri ha celebrato la liturgia a Santa Maria in Trastevere con la Comunità di Sant’Egidio insieme a un centinaio di confratelli, giunti a Roma da tutto il mondo per i lavori della Congregazione generale.
È una lunga storia di amicizia quella tra la Compagnia di Gesù e la Comunità di Sant’Egidio. Una storia fatta di «simpatia» e «tante occasioni di collaborazione nel mondo», come ha sottolineato Andrea Riccardi, dando il benvenuto a padre Sosa.
«Nel 1975, quando stavamo muovendo i primi passi, venne a trovarci padre Arrupe. A questa prima visita sono seguite quelle delle Congregazioni generali che hanno eletto padre Kolvenbach e poi padre Nicolás», ha ricordato Andrea Riccardi, che ha indicato nell’«apostolato gratuito per la comunicazione del Vangelo» e nel «servizio alla giustizia» i frutti che la Chiesa e il mondo attendono dalla Compagnia di Gesù.
Commentando il brano di Zaccheo dal Vangelo di Luca, padre Sosa ha osservato come «l’attaccamento al denaro è una schiavitù non percepita e spesso giustificata; a volte anzi è una schiavitù desiderata». Eppure Zaccheo, «un uomo che si era arricchito in modo disonesto», si è mostrato «aperto a un’altra possibilità» e ha cercato in tutti i modi di vedere Gesù, al punto di salire su un albero, «un gesto eccessivo che poteva farlo apparire ridicolo». «L’incontro con Gesù – ha concluso padre Sosa – ha provocato in Zaccheo la conversione profonda, rendendolo disponibile a incontrarsi con gli altri. Soltanto l’uomo libero dall’attaccamento al denaro è capace di sperimentare la fraternità con chi è afflitto dalla povertà o dalla guerra. Chi sperimenta la misericordia di Gesù, come Zaccheo, diviene così messaggero della buona notizia».
Per approfondimenti: www.santegidio.org