Ora le scuse o un precipitoso dietrofront sono inutili. La presa di posizione del dirigente scolastico di Vigone, Lorenzo Varaldo, di non permettere l’incontro fra l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, previsto per venerdì 4 novembre, e gli studenti dell’istituto comprensivo di Vigone e Cercenasco, è una ferita aperta nelle due comunità. E ormai la visita non ci sarà. «Qui si è persa una bella occasione» dice il parroco dei due paesi, don Roberto Debernardi.
PORTE SBARRATE
Tutto è nato da una lettera che il dirigente ha inviato pochi giorni fa al parroco, che avrebbe dovuto accompagnare il monsignore durante i suoi incontri. Il dirigente ha motivato la sua decisione sostenendo che la laicità della scuola deve essere tutelata da qualsiasi forma d’ingerenza. «Mi spiace che il preside pensi che la visita dell’arcivescovo potesse rappresentare un rischio per i suoi studenti, l’incontro non era certo finalizzato ad insegnare il catechismo, ma sarebbe stato un momento di festa per i bambini e di conoscenza». Il sindaco di Vigone, Claudio Restagno: «Siamo amareggiati per questa presa di posizione, quando negli anni scorsi dei vandali ci avevano allagato la scuola il parroco, senza fare distinzione di religione, aveva accettato nei locali dell’oratorio i nostri studenti».
In sintonia anche la sindaca di Cercenasco, Teresa Rubiano: «Nessuno in paese ricorda che sia mai stata presa una decisione di questo tipo che porta ad una frattura. Spero che si possa trovare una soluzione che riporti al centro l’ago della bilancia».
LE MOTIVAZIONI DEL PRESIDE
«La questione che il vescovo non voglia con questa visita convertire nessuno mi sembra del tutto fuorviante. Il ruolo che riveste, la sua carica, il tipo di visita sono evidentemente legate alla religione cattolica. Se vuole solo salutare i ragazzi e gli operatori, secondo me dovrebbe farlo negli spazi della parrocchia». E aggiunge: «La stessa cosa varrebbe per qualunque altro rappresentante di religioni»
IL CONSIGLIO D’ISTITUTO
Spiega Enrico Mion, presidente del Consiglio d’istituto: «Ho inviato alla scuola una sentenza del Consiglio di Stato nella quale si afferma che è compito del Consiglio d’Istituto quello di impedire o autorizzare l’accesso alla scuola e non del dirigente. Non intendo far cambiare idea al preside ma far comprendere i nostri punti vista che vogliono una scuola aperta a tutti coloro che portano cultura senza distinzione di fede»