Uno studio su Nature svela che il cervello subisce modificazioni: più menti meno hai paura di mentireDa sempre la Chiesa educa i fedeli circa i peccati spiegando loro che spesso, se non sempre, come le ciliege, un peccato ne porta con sé un altro, e poi un altro. Che quando pecchiamo una volta è facile farlo di nuovo, è una esperienza che tutti coloro che si sono trovati durante la Confessione a dire “ci sono ricaduto” “non riesco a smettere”. Normalmente i non credenti, discettano su questo fatto, avanzano dubbi (al di là della concezione di peccato). A quanto pare, la scienza dice che non è così. O almeno uno dei più recenti studi di psicologia ha scoperto che la tendenza a mentire tende ad addomesticare l’area del cervello chiamata amigdala vale a dire quella regione del cervello che sovraintende ai processi mentali legati alla paura, l’ansia ed altre emozioni: utilizzando un elettroencefalogramma nei partecipanti hanno scoperto che, più i suggeritori dicevano bugie, sempre meno l’amigdala veniva stimolata, il che suggerisce che le emozioni negative connesse al mentire svanivano col tempo. In pratica che ci si abitua a mentire, e che è via via sempre meno penalizzante per la psiche. Da un punto di vista religioso si può dire che “si addormenta la coscienza”.
LO STUDIO
E apparso su Nature Neuroscience, che ha pubblicato uno studio che sembra dimostrare che dire le bugie continuamente diminuisce i sensi di colpa e rende più facile dirne altre. Come riporta la rivista Smithsonian, Tali Sharot, psicologo sperimentale che è tra gli autori dello studio, ha spiegato: «Ci immaginavamo già che mentire potesse portare a un aumento sempre crescente di disonestà, ma non c’era stata ancora alcuna ricerca empirica che ne spiegasse il motivo e il processo».
Rivista Studio, che ha riportato la notizia in Italia, racconta:
Altri studi avevano già dimostrato che la disonestà aumenta quando è previsto un premio di vario genere, ad esempio quando dire una bugia potrebbe aiutarci a cogliere una buona opportunità. Stavolta, però, «è la prima occasione in un cui le persone hanno dimostrato una escalation di bugie in un ambiente di laboratorio», ha detto il ricercatore di neuroscienza di Princeton Neil Garrett.
[…] Secondo altri studiosi la ricerca è stimolante, ma servono comunque altre prove. «Sarebbe interessante se fosse così, ma ci vorrebbero studi incrociati per capire meglio la situazione» ha detto Luke Chang, ricercatore di psicologia al Dartmouth College. Secondo lui, un’ulteriore conferma potrebbe arrivare dalle misurazioni del battito cardiaco e dalla conduttanza cutanea.
E’ interessante notare che anche la pornografia ha effetti sul cervello, come la menzogna, effetti molto più incisivi di quanto non immaginiamo e che sempre di più diffonde fenomeni come la dipendenza o le disfunzioni sessuali. La morale cattolica, alla lunga, esprime sempre una ragionevolezza che preserva l’umanità dall’autodistruzione…