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Un figlio nato da uno stupro chiede: “perché?”

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Russell E. Saltzman - pubblicato il 25/10/16
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Quando la vita sembra un “perverso scherzo del cosmo”, bisogna ricordarsi che siamo stati voluti da DioContinuo a citare la spiegazione che il Piccolo catechismo di Martin Lutero dà del primo articolo del Credo. Sono stato cresciuto come luterano. E da ex-luterano ho conservato in mente alcune cose che quell’uomo ha detto.

Il primo articolo riguarda Dio: “Io credo in Dio … creatore del cielo e della terra”. Questo vuol dire prima di tutto, osserva Lutero, che “Dio ha creato me”. E quindi anche te. In altre parole, non siamo degli incidenti, siamo stati desiderati. Dio ha sempre voluto una persona come te, e adesso ne ha una.

Ma essere stati concepiti in determinate situazioni può mettere in dubbio questa certezza. Una persona nata da uno stupro o da un incesto si chiede se forse “non è poi così vero che Dio ha voluto me“.


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Una volta ero iscritto ad un forum online che offriva supporto a persone nate da stupri o da incesti. Il sito è stato chiuso diverso tempo fa. Se cercate stigmatized.org troverete un sito che si offre di scrivere una tesi o un saggio al posto vostro.

Il nome, però, era suggestivo: stigmatized. Descrive i sentimenti della fondatrice, all’epoca madre di due figli, che iniziava e chiudeva relazioni in continuazione. Era in cerca dell’amore della sua madre biologica – la donna che è stata violentata, portandola alla luce – venendo però sempre rifiutata. Così si sentiva lei, figlia di uno stupro: stigmatizzata. Molti altri utenti dicevano di sentirsi nello stesso modo. Loro, così come quelli nati da un incesto, si sentivano degli incidenti.

Erano stati adottati, tutti, e volevano conoscere le loro origini. Rimanendo sconvolti.

Scoprire le circostanze del loro concepimento e della loro nascita li ha esposti ad una marea di domande, molte senza risposta. Come ha potuto la loro nascita essere motivo di tale dolore per qualcun altro? “Un perverso scherzo del cosmo”, ha scritto un utente, “che però non fa affatto ridere”. “Dio è proprio un burlone”, gli ha risposto sarcasticamente un altro iscritto.

Sono finito con l’essere una sorta di cappellano informale, insistendo a dire: “Dio vi ha creati. La Bibbia è piena di storie – ripetevo – in cui dal male è nato il bene. Voi siete il lieto fine voluto da Dio”.

Non rientravo in nessuna delle due categorie, o non del tutto. Il mio padre biologico potrebbe aver abusato della sua sorellastra – la mia madre biologica – oppure i due potrebbero essersi semplicemente “ubriacati e divertiti per una notte”, come la mia zia biologica mi ha raccontato. Mia “zia” era la vedova del fratello di sangue di mia madre (le linee parentali sono terribilmente contorte nelle storie di adozione). I due si sarebbero “divertiti per una notte”, questo è quello che è riuscita a dirmi. In base a ciò che ho imparato sulla personalità del mio padre biologico, ne dubito fortemente. Ad ogni modo, ecco la storia del mio concepimento e della mia nascita.

Una volta ogni vent’anni le domande sulle miei origini mi assalivano, tormentandomi. Allora cercavo di approfondire qualcosa in più, restando soddisfatto per un pochino. Poi le domande si presentavano di nuovo. L’ultima volta ho voluto fare una ricerca genealogica, utilizzando il mio certificato di nascita originale, quel documento che chiama illegittima la mia nascita. E così sono arrivato alla “zia”.

Ho scoperto che la mia madre biologica ha vissuto i suoi ultimi anni nella piccola cittadina dove, da pastore, ho insegnato il catechismo di Lutero. È morta nel 1997 a Jefferson City, nel Missouri, nello stesso ospedale in cui andavo a trovare i miei parrocchiani luterani. È morta nello stesso ospedale in cui, due mesi più tardi, è nata la mia figlia più piccola. In quella piccola cittadina potremmo esserci incrociati nelle corsie dei supermercati, aver fatto il pieno allo stesso distributore di benzina, o aver inviato lettere dallo stesso ufficio postale. Non, non mi stava cercando. Si trattava soltanto di una elaborata coincidenza. Venire a conoscenza della sua morte mi ha messo di fronte all’ennesima perdita, all’ennesima cosa incompiuta senza alcuna possibilità di risolverla.


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A prescindere da quale siano le vostre origini, potrebbero esserci migliaia di ragioni naturali per le quali voi non dovreste essere qui. Chi conosce un minimo di biologia sa che le possibilità della propria specifica nascita sono indicibilmente impossibili da calcolare.

In assenza di un creatore – cioè senza Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra – il nostro concepimento e la nostra nascita rappresentano esattamente uno “scherzo del cosmo che non fa affatto ridere”. Viviamo, moriamo, e di noi non resta alcuna memoria. Ma con Dio – il creatore del cielo e della terra – il tuo stesso corpo e il tuo stesso essere sono un rimprovero vivente a coloro che considerano la vita umana come una mera questione di convenienza.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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