Le lacrime di Francesco per gli «innocenti e bambini uccisi a sangue freddo» a Mosul. Un appello per un «Iraq saldo verso un futuro di pace e sicurezza» e il monito per «l’efferata crudeltà» su cristiani e islamici. «In queste ore drammatiche, sono vicino all’intera popolazione dell’Iraq, in particolare a quella della città di Mosul- afferma il Papa all’Angelus -. I nostri animi sono scossi dagli efferati atti di violenza che da troppo tempo si stanno commettendo contro i cittadini innocenti, sia musulmani sia cristiani».
Francesco si è detto «addolorato nel sentire dell’uccisione a sangue freddo dei figli di quella terra, tra cui tanti bambini: questa crudeltà ci fa piangere lasciandoci senza parole». Quindi ha scandito: «Alla parola di solidarietà si accompagna l’assicurazione del mio ricordo nella preghiera, affinché l’Iraq, pur duramente colpito, sia forte e saldo nella speranza di poter andare verso un futuro di sicurezza, di riconciliazione e di pace. Per questo chiedo a tutti voi di unirvi alla mia preghiera».
Prima della preghiera mariana il Pontefice aveva tracciato, in occasione dell’odierna Giornata missionaria mondiale, l’identikit del cristiano: alternativo, coraggioso, mai polemico e arrogante. «Oggi è il tempo di missione ed è il tempo di coraggio, di spendersi per il Vangelo, anche se avere coraggio non significa garanzia di successo». Il Pontefice chiede «coraggio per lottare, non necessariamente per vincere» e «per annunciare, non necessariamente per convertire», quindi «per essere alternativi al mondo, senza però mai diventare polemici o aggressivi», spiega il Papa in una piazza San Pietro assolta e gremita di fedeli. «Ci è richiesto il coraggio per aprirci a tutti senza mai sminuire l’assolutezza e l’unicità di Cristo, unico salvatore di tutti- afferma Jorge Mario Bergoglio-. Ci è richiesto coraggio per resistere all’incredulità, senza diventare arroganti. Ci è richiesto anche il coraggio del pubblicano del Vangelo di oggi, che con umiltà non osa nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva i petto dicendo, «o Dio, abbi pietà di me peccatore». Dunque, ribadisce, «oggi è tempo di coraggio, oggi ci vuole coraggio».
Nel racconto autobiografico di san Paolo, e cioè nel brano della seconda lettera di san Paolo a Timoteo, «si rispecchia la Chiesa, specialmente oggi, Giornata Missionaria Mondiale, il cui tema è Chiesa missionaria, testimone di misericordia”. In Paolo, evidenzia il Pontefice, «la comunità cristiana trova il suo modello, nella convinzione che è la presenza del Signore a rendere efficace il lavoro apostolico e l’opera di evangelizzazione». L’esperienza dell’apostolo delle genti, secondo Jorge Mario Bergoglio, «ci ricorda che dobbiamo impegnarci nelle attività pastorali e missionarie, da una parte, come se il risultato dipendesse dai nostri sforzi, con lo spirito di sacrificio dell’atleta che non si ferma nemmeno di fronte alle sconfitte; dall’altra, però, sapendo che il vero successo della nostra missione è dono della Grazia: è lo Spirito Santo che rende efficace la missione della Chiesa nel mondo». Da qui l’esortazione papale a rafforzare i passi vacillanti, riprendere il gusto dello spendersi per il Vangelo, riacquistare fiducia nella forza che la missione porta con sé» perché appunto «è tempo di coraggio, anche se avere coraggio non significa avere garanzia di successo».
Infine Francesco ha salutato «con affetto tutti voi, pellegrini provenienti dall’Italia e da vari Paesi, incominciando dai polacchi, che ricordano qui a Roma e nella loro Patria il 1050° anniversario della presenza del cristianesimo in Polonia». Decine di migliaia di pellegrini, moltissimi con gli abiti delle confraternite, gli stendardi e i turiboli con l’incenso. «Accolgo con gioia – ha detto il Papa- i partecipanti al Giubileo delle Corali d’Italia, i podisti provenienti da Assisi in rappresentanza delle Pro Loco Italiane, e i giovani delle Confraternite delle diocesi d’Italia». E ancora «sono presenti poi gruppi di fedeli di tante parrocchie italiane: non mi è possibile salutarle ad una ad una, ma le incoraggio a proseguire con gioia il loro cammino di fede e un pensiero speciale rivolgo alla comunità peruviana di Roma, qui radunata con la sacra Immagine del Senor de los Milagros. Tutti ringrazio e saluto con affetto. Buona domenica! E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!».