La testimonianza di una band che affonda le proprie radici in Medjugorje, il cui frontman è nato grazie all’intercessione del Papa
La musica trasporta emozioni. Abbiamo delle responsabilità. Dove li stiamo portando? Cosa stiamo dando loro? – Johannes Krysl
Recentemente Cecilia ha avuto l’opportunità di fare una chiacchierata con Johannes Krysl ed Emanuel Gollegger dei Cardiac Move, dopo la loro performance all’Halleluya Festival di Cracovia. La band, che potremmo definire gli U2 austriaci, hanno sinora suonato a cinque Giornate Mondiali della Gioventù. A parte questi eventi cattolici, la band ha vinto il Newcomer Award in Austria nel 2009 e ha suonato con artisti del calibro degli Switchfoot, di Kid Rock e degli Snow Patrol.
Questa strana combinazione di concerti – hanno suonato sia per i pellegrini della Giornata Mondiale della Gioventù, sia per fan anticonformisti ai concerti di Kid Rock – rappresenta al meglio la missione della band, che hanno così condiviso con noi:
Ci avete detto che la musica è uno strumento potente per raggiungere i giovani. Come riuscite, come gruppo, a farcela?
(Johannes) La musica trasporta emozioni, quindi abbiamo – da musicisti – delle responsabilità. Dove li stiamo portando? Cosa stiamo dando loro? Non vogliamo dire alle persone ‘devi fare questo o quello’. Vogliamo piuttosto porre delle domande. Chiedere ‘Perché siamo qui? Qual è il nostro scopo in questa vita? Da dove veniamo?
Nell’arte esistono i canoni del bene, della verità, della bellezza. E attraverso di essi possiamo mostrare Gesù. Vogliamo che la nostra musica faccia pensare, vogliamo raggiungere le persone. Ci piacciono gli U2, perché sono fuori dagli schemi. Noi non facciamo lode e adorazione, ma facciamo riflettere le persone con le nostre domande. Siamo insieme come gruppo da molto tempo, e quando le persone ci chiedono di parlare di noi è un ottimo modo per condividere la nostra fede.
Quella di condividere la fed attraverso la musica è stata da sempre parte della missione del gruppo, oppure si è evoluto nel tempo?
(Emanuel) Questa è stata una delle idee principali per le quali abbiamo iniziato a fare musica. Io e il batterista abbiamo suonato in un’altra band, per un po’. Bevevamo troppo e facevamo musica estrema. Poi siamo andati a Medjugorje, dove abbiamo fatto un’esperienza molto profonda. Quando siamo tornati sapevamo che avremmo dovuto fare qualcosa di diverso. Poi ci siamo uniti a Johannes, e il resto è storia.
Avete iniziato il vostro concerto con le parole di Giovanni Paolo II. Cosa vuol dire per voi essere qui a Cracovia, e cosa rappresenta per la band la figura del Papa?
(Johannes) San Giovanni Paolo II è stato il mio papa, sin dall’inizio. Sono nato nel 1981, quindi sono cresciuto con lui. E i miei genitori mi hanno raccontato di essere andati a Roma, perché non erano in grado di avere figli. Hanno pregato a lungo, e poi sono andati a Roma, dove c’era Giovanni Paolo II… ed eccomi qui. È davvero una compagnia importante, per la band. È un grande intercessore, una potente ispirazione per tutti noi.
Potete ascoltare l’ultimo album dei Cardiac Move, The Larchmont Sessions, su iTunes.
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Libby Reichert