È in qualche modo un’epoca che si chiude, anche se non è detto che in futuro le cose non possano nuovamente cambiare. Dopo aver rinunciato a vivere nell’appartamento pontificio in Vaticano, papa Francesco rinuncia anche alla residenza estiva di Castel Gandolfo, dove nell’arco del suo pontificato non ha mai soggiornato preferendo passare i suoi periodi di riposo, anche nella calda stagione, nel residence vaticano di Casa Santa Marta. L’appartamento papale della villa sul lago di Albano, per volontà dello stesso Pontefice, viene quindi aperto ai visitatori, diventando a tutti gli effetti un museo come il resto del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, già visitabile da oltre un anno.
L’anteprima di questa storica novità è in programma questo venerdì, quando alle 10.00, nella cittadina sui Colli Albani da secoli diventata la meta estiva dei Papi, è prevista l’inaugurazione dell’Appartamento Pontificio aperto al pubblico. Interverranno il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, quello delle Ville Pontificie Osvaldo Gianoli, e il curatore del sito, Sandro Barbagallo. Alle 11.00 ci sarà la visita delle sale dell’Appartamento riservata alla stampa e a un primo gruppo ristretto, seguita alle 12.00 da un concerto-evento di musica popolare cinese, «La bellezza ci unisce», con la partecipazione del maestro Cui Zimo, nel cortile del Palazzo Apostolico, segno questo anche della stagione di diplomazia tramite i rapporti culturali che intercorre tra Vaticano e Cina.
La nuova situazione non implica mutamenti nell’allestimento dell’Appartamento, rimasto a disposizione dei Pontefici fin dal Seicento, salvo essere disertato negli anni post-unitari e fino al Trattato Lateranense, quindi dal 1870 a fine anni Venti. Dopo essere stata utilizzata assiduamente, d’estate e non solo, dai papi Montini (che vi morì, come anche Pio XII), Wojtyla e Ratzinger, Bergoglio non ha mai speso i suoi giorni di riposo nella residenza di Castel Gandolfo, dove l’anno scorso ha invece nuovamente trascorso un paio di settimane il Papa emerito Benedetto XVI, senza però ripetere il soggiorno quest’estate. Ora la trasformazione in museo, che segue quella, decisa sempre da Francesco nel 2014, dei Giardini e di parte del Palazzo.
Ai visitatori, a partire da venerdì, sarà quindi possibile entrare nella camera da letto del Papa, nella cappella privata, dove tutti i predecessori di Bergoglio si sono raccolti in preghiera (lui lo fece con Benedetto XVI, ritiratosi a Castel Gandolfo per un paio di mesi dopo le dimissioni, andandolo a trovare nel marzo 2013, poco dopo l’elezione), nella biblioteca e nello studio, nel Salone degli Svizzeri, ambiente un tempo riservato alla guardia pontificia, nella Sala del Concistoro, destinata alle riunioni del Papa con i cardinali.
Le Ville Pontificie affacciate sul lago di Albano, oltre al dismesso osservatorio astronomico, la Specola (trasferito a Tucson, in Arizona), ospitano poi anche le aziende agricole che riforniscono quotidianamente il vaticano dei loro prodotti.
L’arrivo del pubblico e delle comitive di fedeli e turisti potrà rappresentare una nuova boccata d’ossigeno per l’economia turistica di Castel Gandolfo, che in questi ultimi anni ha molto risentito dell’ “assenza” del Papa, cui poi ha ovviato la parziale apertura del Palazzo. Anche un treno è stato attivato dalla stazione di San Pietro per portare i visitatori. Nella cittadina, comunque, come ha detto il sindaco Milvia Monachesi, si spera sempre nel ritorno del Papa. E la stessa trasformazione dell’Appartamento Pontificio in museo potrebbe un domani essere rivista da un futuro Pontefice che invece volesse, al contrario di Bergoglio, tornare in estate a soggiornare a «Castello».