E’ la Segreteria di Stato la «autorità competente» ad applicare la convenzione sullo scambio di informazioni fiscali tra Vaticano e Italia entrata in vigore sabato scorso. Lo precisa il provvedimento, firmato sabato stesso dal segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin. Chi intende «aderire al regime fiscale» ha 180 giorni di tempo.
Con la «Convenzione tra la Santa Sede e il Governo della Repubblica Italiana in materia fiscale» il Palazzo apostolico e il Governo italiano hanno siglato un accordo sullo «scambio di informazioni» fiscali in base al quale, si legge nel testo siglato lo scorso primo aprile, «la Santa Sede comunicherà allo Stato italiano le “informazioni verosimilmente rilevanti … per l’amministrazione o l’applicazione del diritto interno relativo alle imposte di qualsiasi natura o denominazione …”, senza possibilità di opporre in senso contrario alcun vincolo di segreto in materia finanziaria».
In particolare l’accordo stabiliva che sacerdoti e religiosi, «dignitari, impiegati, salariati, anche non stabili, e pensionati della Santa Sede», istituti religiosi che detenessero attività finanziarie presso enti vaticani, sinora non denunciati al fisco italiano, possono «adempiere gli obblighi di determinazione e versamento delle imposte sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria nonché, qualora dovuta, dell’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero». Tale regolarizzazione tributaria, da compiere entro 180 giorni dall’entrata in vigore della Convenzione, vale sia, obbligatoriamente, per le attività finanziarie «detenute entro il 31 dicembre 2013» che, facoltativamente (i titolari di attività finanziarie «possono avvalersi» di tale facoltà), per il «periodo transitorio» rappresentato dagli anni di imposta 2014 e 2015. Per il futuro, le autorità fiscali italiane saranno informate automaticamente.
In «grande maggioranza», ha risposto il direttore della sala stampa vaticana Greg Burke ai giornalisti, si tratta di «investimenti di piccola entità» fatti negli anni scorsi da «titolari di un conto corrente allo Ior».
La Convenzione, firmata il primo aprile del 2015 da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, ossia «ministro degli Esteri» della Santa Sede, e dal ministro italiano dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, è entrata in vigore sabato scorso. Di conseguenza, «coloro che intendono aderire al regime fiscale da essa stabilito devono formulare le relative domande tramite l’Istituto per le Opere di Religione, entro il termine di 180 giorni dall’entrata in vigore», si legge in un comunicato diramato sabato scorso. Il provvedimento firmato dal cardinale Parolin e pubblicato oggi dal Vaticano chiarisce che è la Segreteria di Stato ad essere «l’autorità competente a porre in essere gli adempimenti» della Convenzione, ossia l’ente al quale i soggetti interessati devono presentare «istanza». I titolari di attività finanziarie presso lo Ior «presentano l’istanza per il tramite dell’Istituto stesso».