Le sindache di Madrid, Barcellona e Parigi hanno deciso di sostenere attivamente l’incontro «Europa: i rifugiati sono nostri fratelli», che avrà luogo il 9 e 10 dicembre prossimi in Vaticano, inviando una lettera a diversi loro colleghi europei per incoraggiarli a partecipare «a questo incontro internazionale contro l’indifferenza e per la dignità di tutti questi esseri umani che subiscono le conseguenze drammatiche della violenza, dell’esclusione, della povertà estrema, della fame o della malattia».
L’incontro segue un analogo summit di sindaci di tutto il mondo sul tema dello sviluppo sostenibile che, nel luglio del 2015, vide in Vaticano la partecipazione, tra gli altri, dei primi cittadini di New York, San Francisco, Madrid, Parigi, Stoccolma, Rio de Janeiro, Kochi, Roma, Milano, Napoli e Lampedusa, e si concluse con un incontro con il Papa.
Questo summit «è stato convocato per attirare l’attenzione internazionale sulla minaccia alla stabilità mondiale rappresentata dal crescente numero di rifugiati sul nostro pianeta, un numero che al momento supera i 125 milioni», si legge nella nota di presentazione dell’incontro pubblicato sul sito internet della Casina Pio IV, sede della Pontificia accademia delle Scienze e della Pontificia accademia delle Scienze sociali, il cui cancelliere è il monsignore argentino Marcelo Sanchez Sorondo, che anche questa volta ospiterà l’incontro. E’ necessario che «i sindaci, in quanto autorità più vicine alla cittadinanza, mettano a disposizione le loro competenze per accogliere e regolarizzare tutti i migranti e i rifugiati. E’ necessario che la voce dei sindaci venga ascoltata per promuovere la costruzione di ponti e non di muri. E’ necessario che la loro autorità sia al servizio dello sviluppo sostenibile e globale, della giustizia e della pace».
«Cara signora sindaca, caro signor sindaco», si legge nella missiva inviata lo scorso 29 settembre dalla sindaca di Madrid Manuela Carmena Castrillo, dalla sindaca di Barcellona Ada Colau Ballano, e dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, «il 9 e 10 dicembre prossimi, il Vaticano ospiterà l’incontro “Europa: i rifugiati sono nostri fratelli” il cui obiettivo è di riunire rappresentanti di diversi ambiti al fine di aumentare la consapevolezza dei cittadini nel momento in cui si cercano soluzioni all’immenso dramma umanitario che conosciamo attualmente. Crediamo – proseguono le tre sindache nella lettera scritta in spagnolo, francese, inglese e tedesco – che le nostre città europee, nello spirito di laicità delle nostre istituzioni e della diversità di idee e convinzioni dei nostri cittadini, ben rappresentate dai nostri sindaci, debbano essere presenti a questo incontro per testimoniare l’inquietudine e la solidarietà dei nostri concittadini, per dimostrare la nostra volontà di ricercare attivamente rimedi all’inazione che prevale attualmente e per sollecitare l’impegno di tutti coloro che, pur disponendo di strumenti necessari, sono riluttanti ad utilizzarli. Pensiamo che le grandi città europee, emblema del benessere occidentale al quale aspirano milioni di rifugiati in cerca di dignità di fronte alle violenze e all’indifferenza, devono impegnarsi in modo risoluto nella ricerca di soluzioni percorribili e durevoli. La cooperazione è il solo e unico cammino verso la pace e la prevenzione di catastrofi naturali. Noi, rappresentanti delle città, dobbiamo continuare ad affermare il nostro ruolo in quanto attori maggiori nell’agenda internazionale».
«Da Madrid, Parigi e Barcellona – scrivono le tre prime cittadine – vi invitiamo ad unirvi a questo incontro internazionale contro l’indifferenza e per la dignità di tutti questi esseri umani che subiscono le conseguenze drammatiche della violenza, dell’esclusione, della povertà estrema, della fame o della malattia. Desideriamo che le città d’Europa siano ampiamente rappresentate a questo incontro proposta dal Vaticano (Papa Francesco) per manifestare così l’impegno delle nostri istituzioni e dei nostri cittadini di fronte a questa situazione che ci tocca e ci commuove tutti». Firmato, Manuela Carmena Castrillo, Ada Colau Ballano e Anne Hidalgo.
La Pontificia accademica delle Scienze sociali spiega, nella nota di presentazione, che sono sei gli obiettivi che il summit vaticano si propone di evidenziare. Primo, «fermare all`origine l`ondata di rifugiati, mettendo immediatamente fine alla guerra in Siria». Secondo, «non bisogna sanzionare la Gran Bretagna per la sua uscita dall`Unione Europea». Terzo, «devono essere creati dei corridoi umanitari sicuri e certi, riconosciuti a livello internazionale non solo dai paesi membri della UE ma anche in paesi meno popolosi quali, tra gli altri, l`Argentina, l`Australia, il Brasile, il Canada, gli USA, e il Medio Oriente». Quarto, «offrire l`amnistia o altri tipi di soluzioni per le vittime della schiavitù moderna e la tratta di esseri umani che vengono sottoposti a forme di lavoro forzato, prostituzione e traffico di organi». Quinto, «ripristinare un senso di giustizia e di eque opportunità nelle disilluse classi lavoratrici, nei giovani disoccupati e in tutti coloro la cui condizione economica è stata indebolita dalle crisi finanziarie e dall`esternalizzazione e precarizzazione del lavoro». Sesto, «non meno importante», «concentrare le risorse, compresi eventuali aiuti aggiuntivi, nel promuovere lo sviluppo economico dei paesi a basso reddito, piuttosto che nella guerra».
In generale, «innalzare altri muri e recinzioni non fermerà i milioni di migranti in fuga dalla violenza, dall`esclusione, dalla povertà estrema, dalla fame, dalla sete, dalle malattie, dalla siccità, dalle inondazioni e da altri mali. Solo la cooperazione internazionale per il raggiungimento della giustizia sociale può essere la soluzione». Appuntamento per i sindaci europei in Vaticano il 9 e 10 dicembre.