Il Premio Nobel per la Letteratura si è spento a 90 anni. Indimenticabili i suoi monologhiIl premio Nobel per la Letteratura Dario Fo è morto all’ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato da un paio di settimane. I familiari di Fo, 90 anni compiuti il 24 marzo, erano stati avvisati dai medici dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute nelle ultime ore (Avvenire, 13 ottobre).
Fo vinse il Nobel per la letteratura nel 1997 – in modo inaspettato – con la motivazione: «Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi» (ilpost.it, 13 ottobre).
https://www.youtube.com/watch?v=vAxn-o7rLN0
FRANCA, IL SUO GRANDE AMORE
Nel 1954 Fo sposò Franca Rame, con cui ebbe un figlio nel 1955, l’attore Jacopo Fo. Rimasero insieme per quasi sessant’anni, fino alla morte di lei nel 2013, lavorando e condividendo l’impegno civile e quello lavorativo. Nel suo discorso di ringraziamento pronunciato dopo aver ricevuto il premio, Fo disse: «Permettete che io dedichi una buona metà della medaglia che mi offrite a Franca. Franca Rame, la mia compagna di vita e d’arte che Voi, Membri dell’Accademia, ricordate nella motivazione del premio come attrice e autrice, che con me ha scritto più di un testo del nostro teatro».
Dopo la scomparsa della sua donna si sentiva un uomo dimezzato. «Lavoro esageratamente, ma Franca è il grande buco della mia vita. Anche nel sogno mi tormenta la sua assenza, il suo sparire» (La Repubblica, 24 agosto 2015).
TEATRO, PASSIONE DI UNA VITA
Dario e Franca nel 1958 fondarono la “Compagnia Dario Fo-Franca Rame“: lui era il regista e il drammaturgo del gruppo, lei la prima attrice e l’amministratrice. Nel 1968 decisero di fondare la cooperativa “Nuova Scena” dal quale si separarono per divergenze politico-ideologiche. Questo portò alla nascita di un altro gruppo di lavoro: “La Comune”, celebre per gli spettacoli di satira e critica politica che mise in scena, come “Morte accidentale di un anarchico“.
Nel 1969 il drammaturgo portò per la prima volta in scena il “Mistero buffo“, che divenne la sua opera più famosa: Fo era l’unico attore sul palco e recitava testi antichi in un linguaggio teatrale mescolando lingue e dialetti (Avvenire, 13 ottobre).
https://www.youtube.com/watch?v=gKdKu8h-NXg
AMMIRAZIONE PER PAPA FRANCESCO
Fo è stato un profondo ammiratore di Papa Francesco. «Il valore di questo Pontefice non dipende dal fatto che è simpatico, spiritoso o fa gesti caritatevoli particolari. Ma innanzitutto dal coraggio della denuncia, dall’indicare i guai. Anche quelli che derivano da una “Chiesa di prìncipi”. L’ha detto con chiarezza, ha parlato di chi si fa il castello, la macchinona, o indossa abiti raffinati opera di disegnatori di gran nome che magari di nascosto suggeriscono pure come muoversi….» (Avvenire, 5 gennaio 2015).
“COME SAN FRANCESCO”
Da estimatore di San Francesco, Fo ha trovato nell’attuale Papa un erede del “poverello d’Assisi”. «Io che sono un fanatico di Francesco d’Assisi, ho scritto quattro commedie su di lui, ho fatto studi e sono stato vicino ai più grandi ricercatori d’Europa sulla sua vita, ho trovato nel Papa uno che non solo dice le cose di Francesco, ma con lo stesso linguaggio. Ha capito che si possono dire le cose più stupende parlando con umiltà».
MONOLOGHI RELiGIOSI
Tra satira e ironia, frasi grottesche, tra i suoi più celebri monologhi a sfondo religiosi quelli sulle “Malefatte di Bonifacio VIII”
E ancora il “Miracolo di Gesù Bambino“.
https://www.youtube.com/watch?v=D8LIOAtn-tA
La Resurrezione di Lazzaro da “Mistero Buffo” in cui bacchetta anche la vendita delle reliquie dei santi durante il Medioevo.
https://www.youtube.com/watch?v=gKdKu8h-NXg
IL SUPPORTO “ESTERNO” A BEPPE GRILLO
Fo era impegnato anche sul fronte politico. In una delle sue ultime interviste aveva rinnovato il sostegno al Movimento Cinque Stelle e Beppe Grillo.
«Errori e gaffe nei Cinque Stelle? Bisogna conoscere tutti questi giovani. Io li conosco, non è vero che c’è rivalità fra di loro. Certo, sono stati commessi degli errori ma si tratta di ingenuità. Per anni si è accettato dagli altri partiti ogni sorta di malaffare e di trucchi, ogni giorno assistiamo a quanto messo in campo da una sinistra che non è altro che una destra mascherata da progressista. Al confronto, gli sbagli di M5S sono roba da ridere» (Avvenire, 8 settembre 2016).
Sul suo supporto “esterno” ai Cinque Stelle sottolineò:
«L’unica cosa che so fare è allestire spettacoli e anche mostre, come l’ultima su Darwin. Con Franca Rame avevamo messo su una compagnia dove tutti avevamo la stessa paga e gli stessi diritti. Abbiamo avuto disastri all’inizio, abbiamo superato decine di crisi, ma siamo riusciti a reggere e ad arrivare poi al successo. Spero che accada così pure a M5S. È anche attraverso le fasi di crisi che si ha un’evoluzione e si costruiscono dei risultati».