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È meglio essere grati che pretendere

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Carlos Padilla - pubblicato il 13/10/16
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Non merito nulla di ciò che ho, ogni cosa è un donoVoglio vivere lodando Dio per il suo amore e la sua predilezione verso di me. Gesù ascolta al di là di ciò che chiedo. Percepisce il battito del mio cuore. Sa che desidero il cielo, conosce il mio bisogno di appartenenza, di sentirmi accettato e amato come sono. E Gesù placa questa mia sete.

Mi spaventa fare i capricci con Dio. Mi spaventa chiedergli di esaudire i miei desideri. Mi spaventa non essere grato e non inginocchiarmi davanti a Lui.

Voglio prostrarmi davanti a Lui, ogni sera della mia vita. Ringraziarlo per come mi ha amato durante la giornata. Lodarlo ogni notte per la Sua misericordia. Ricordare la Sua misericordia, ed esserne grato.

Voglio imparare, nella mia vita, a ringraziare. Ecco perché devo ricordare del continuo le mie ferite, i miei bisogni, il mio vuoto. Quando sperimento l’amore di Dio torno ad essere grato.

So di essere fragile, di poter cadere di nuovo. E di nuovo sarò grato a Gesù per la Sua compassione. È il Suo sguardo che mi salva.

Ecco perché è necessario avere un cuore molto semplice, senza alcuna doppiezza. A volte mi capita di incontrare persone che travisano ogni cosa. Fraintendono. Giudicano male. Si amareggiano. Condannano. Vedono nemici ovunque e non sono grati a Dio, alla vita. Ciò che ricevono non gli basta mai. Credono sempre di avere diritto a più cose e non sono mai soddisfatte. Non voglio essere così.

Non voglio vivere pieno di pretese e senza alcuna gratitudine. Voglio essere grato a Dio per ogni cosa che mi dona. Ogni cosa. Voglio uno sguardo semplice e puro, che non fraintendi le intenzioni altrui. Che non condanni. Non voglio dimenticarmi di Gesù, che mi ha salvato.

Non merito nulla di ciò che ho, ogni cosa è un dono. Mi prostro a Dio, e a Lui do la lode.

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