Bocciato il Rapporto De Sutter che ne raccomandava la pratica. Decisivi gli italiani. Nuovo importante rifiuto da parte dell’Europa alla maternità surrogata. Respinta dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa – cui aderiscono 47 Paesi e che non è l’Unione Europea – dopo essere stata già bocciata per due volte ad aprile e a settembre scorso dalla Commissione Affari sociali ed ancor prima bandita dal Parlamento dell’Unione Europea, nel dicembre 2015, come “pratica lesiva della dignità della donna”.
Il Rapporto De Sutter
Il punto più controverso riguardava per l’appunto il tema della maternità surrogata proposto dalla ginecologa belga (dei Verdi) Petra De Sutter che è stata accusata da numerose associazioni e movimenti di vari Paesi di voler introdurre in maniera surrettizia questa pratica, vietata in diversi Stati membri del Consiglio. La senatrice belga nelle scorse settimane aveva invece spiegato che il suo rapporto aveva come obiettivo quello di introdurre linee guida comuni per proteggere i diritti dei bambini nati da accordi di maternità surrogata. A settembre aveva presentato anche una nuova, definitiva versione del documento, sulla quale si è votato ieri.
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Italiani decisivi per il “no”
Il rapporto dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sulla maternità surrogata è stato bocciato con 83 no, 77 sì e 7 astenuti. Per essere approvato il rapporto, che conteneva alcune aperture alla maternità surrogata, avrebbe dovuto raccogliere il sostegno dei due terzi dei votanti. La maggioranza della delegazione italiana presente in aula ha votato per bocciare il rapporto che chiedeva al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa di introdurre linee guida per proteggere i diritti dei bambini nati da accordi di maternità surrogata.
Tutti i membri del Movimento 5 Stelle, (Di Stefano, Spadoni, Catalfo e Santangelo), due parlamentari di Forza Italia (Galati e Centemero), le deputate Cimbro (Pd) e Santerini (Democrazia solidale-Centro Democratico) e la senatrice Gambaro del gruppo misto hanno votato contro la raccomandazione De Sutter. I soli italiani a sostenerla sono stati Nicoletti e Rigoni (Pd), Giro (Fi) e Kronbichler (Si).
Su Repubblica lo scontro in casa Democratica sul provvedimento:
Si definisce “felice” la dem Livia Turco, già ministro per la Solidarietà sociale: “Sono felice che il Consiglio d’Europa abbia bocciato la regolamentazione della maternità surrogata o ‘utero in affitto’, pratica che considero abominevole che lede la dignità della donna e riduce la relazione madre-figlio, che si costruisce durante la gravidanza, a puro fatto biologico”. E aggiunge: “In nome di una non meglio specificata idea di libertà con la maternità surrogata si legittima una bieca forma di sfruttamento delle donne più povere. Mi auguro dunque che la bocciatura del Consiglio d’Europa incentivi il dibattito perché cresca il rifiuto culturale di questa pratica”.
Prima della votazione il senatore democratico Sergio Lo Giudice, diventato padre proprio grazie alla pratica dell’utero in affitto, aveva invitato la delegazione del Pd a non votare contro la relazione De Sutter: “Leggo sulla stampa che alcuni parlamentari del Pd si apprestano a votare contro il rapporto De Sutter in nome di una condanna senza sfumature della gestazione per altri, unendo il loro voto a quello delle destre europee e a paesi come l’Ucraina che prosperano sull’assenza di regole a tutela delle donne coinvolte. Ricordo che il Pd ha raggiunto con fatica una posizione comune, espressa nell’approvazione alla Camera della mozione Rosato ed altri il 5 maggio scorso. In quel testo si dà conto dell’esistenza di pratiche di gestazione per altri fondate su criteri etici e di salvaguardia della libertà di tutti i soggetti coinvolti, si apre ad una riflessione sui diversi modelli di regolamentazione e si ribadisce che la piena tutela dei diritti dei bambini non deve essere subordinata a nessun’altra valutazione. Sono gli stessi criteri a cui è improntata la relazione De Sutter. Sarebbe incomprensibile che la delegazione Pd si muovesse in una direzione diversa facendo carta straccia di una sintesi faticosamente raggiunta”.
Alle critiche del senatore ha risposto Eleonora Cimbro (Pd):”Non è una posizione di destra votare contro lo sfruttamento del corpo delle donne, ma una scelta ragionata nel metodo e nel merito che rispecchia una sensibilità culturale trasversale”. La deputata dem ha aggiunto, rispondendo a Sergio Lo Giudice e alla senatrice Pd Monica Cirinnàche: “Bisogna farsene una ragione, non si può legiferare sulla base della sensibilità di una minoranza, è una battaglia culturale per non sdoganare quel pensiero tipico della sinistra radical-chic che pensa al commercio del corpo delle donne come un progresso”
Per Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, la notizia è:
Un sussulto di coscienza è vibrato nel cuore dell’Europa, in mezzo alle gabbie di freddi tecnicismi e sottigliezze giuridiche nelle quali si è a lungo cercato di canalizzare il dramma umano lacerante dell’utero in affitto. Con un risultato che non lascia più ombre né incertezze.
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Che sia finita? Ne dubitiamo, ma l’insieme di questi precedenti fanno sperare che l’orientamento prevalente, e sempre più trasversale alle forze politiche, sia quello di un rifiuto di questa pratica.