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Lezioni da un ragazzo che sarà canonizzato

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Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 12/10/16
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Cos’è successo a José Sánchez del Río, il martire 14enne della Guerra Cristera, per farlo diventare santo?“Cosa vuoi fare da grande?” Quando avevo 7 anni rispondevo: “Voglio essere il proprietario di un negozio di gastronomia e creare il panino perfetto!” (mi ci è voluto molto tempo per trovare una risposta migliore).

A tutti noi da piccoli è stata posta questa domanda, e la maggior parte di noi l’ha posta ai bambini. Quante volte abbiamo sentito la risposta: “Voglio essere santo!”? Scommetto non molte…

Innumerevoli genitori, educatori, istituzioni e “aiutanti” di ogni tipo impiegano sforzi e risorse apparentemente senza fine per dire ai bambini “Potete diventare ciò che volete!”, ma chi di loro dice “Prima di tutto dovreste diventare santi!”? Leon Bloy una volta ha scritto che “l’unica vera tristezza, l’unico vero fallimento, l’unica grande tragedia nella vita è non diventare santi”. Ci crediamo davvero? Non penso, perché se così fosse lo insegneremmo ai nostri bambini. E, cosa più importante, se ci credessimo lo insegneremmo con il nostro esempio.

Penso a queste cose sapendo che domenica 16 ottobre la Chiesa celebrerà la canonizzazione di José Sánchez del Río, un 14enne martire della Guerra Cristera, durante la quale la Chiesa subì un’atroce persecuzione da parte del Governo nel Messico degli anni Venti del Novecento. Quando rifiutò di rinunciare a Cristo, gli uomini che lo avevano catturato lo torturarono e gli diedero un’ultima possibilità di bestemmiare, ma lui replicò: “Viva Cristo Re e Santa Maria di Guadalupe!” Venne ripetutamente accoltellato, e poi finito a colpi di arma da fuoco. Testimoni oculari dicono che disegnò una croce nel fango, la baciò e morì.

Ripenso spesso alla storia del giovane José fin da quando l’ho conosciuta attraverso il film For Greater Glory, che illustrava la Guerra Cristera. Come ha fatto questo 14enne ad acquisire a una così giovane età una simile fedeltà eroica?

La risposta ovvia e corretta è “per grazia di Dio”, ma è solo parte della risposta. La grazia non ignora e non cancella ciò che è umano e naturale. La Chiesa ha sempre insegnato che “la grazia si costruisce sulla natura”. In altre parole, il fatto che il giovane José possa essere stato così fedele pur essendo tanto giovane dice molto su Dio e su José stesso. Cos’è successo a questo adolescente prima del suo martirio da permettergli di ricevere la grazia del martirio quando gli è stata offerta?

Nelle ultime settimane ho scritto del nostro fallimento collettivo nel portare alla maturità cristiana i nostri giovani. I tanti sforzi compiuti negli ultimi 45 anni per rendere la fede “divertente”, “eccitante”, “rilevante”, ecc., non hanno portato a due generazioni di cattolici maturi e fiduciosi che vivono per la fede, possono trasmetterla e sono pronti a morire per lei. Negli Stati Uniti, la seconda “denominazione” cristiana più consistente è quella degli ex cattolici. È chiaro che quello che abbiamo fatto non ha funzionato. Chi sarebbe pronto a scommettere che ciò che stiamo facendo ora produrrà la prossima generazione di santi e martiri?

E allora dobbiamo chiederci come abbia fatto il giovane José a diventare San José. Attraverso “liturgie clown”? Con i ballerini a Messa? Magliette e raggi luminosi ai ritiri? Omelie che celebrano “diversità, tolleranza, accettazione e inclusione”? Non posso dirlo con certezza – non ero lì.

Qualunque altra cosa possa aver ricevuto dalle persone responsabili della sua formazione, scommetto che ha sentito più di una volta “Noi predichiamo Cristo crocifisso” (1 Cor 1, 23). Scommetto che più di una volta avrà sentito parlare delle “Quattro cose ultime” (Morte, Giudizio, Paradiso e Inferno), e scommetto che sapesse come e perché essere reverente a Messa, come recitare il Rosario, fare una buona confessione e frequentare l’adorazione eucaristica.

Insomma, posso dire con sufficiente certezza che buona parte delle cose che hanno portato questo ragazzo a diventare santo sono quelle che hanno forgiato i santi per secoli, nella fattispecie quelle cose che che offriamo raramente – se le offriamo – ai nostri giovani oggi. Ovviamente tremo quando mi chiedo se io o chiunque altro rimarremo saldi quando arriverà la vera persecuzione. Tremo ancor di più quando guardo gli ultimi 45 anni e l’immediato presente e vedo che non dovremo preoccuparci del fatto che i nostri giovani siano allontanati da Cristo dalla persecuzione quando stiamo già permettendo che siano allontanati da Lui dalla cultura e dalla nostra irresponsabilità.

Dio ci chiederà se abbiamo dato ai giovani che ci erano stati affidati quello che avevano bisogno che dessimo loro per diventare santi. In particolare, ci chiederà se abbiamo offerto il nostro buon esempio. Amici miei, pentiamoci e perseguiamo la santità, e insegniamo ai nostri bambini a fare lo stesso – il tempo scarseggia.

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Padre Robert McTeigue, S.J., è membro della provincia del Maryland della Compagnia di Gesù. Docente di Filosofia e Teologia, ha insegnato nell’America Settentrionale e Centrale, in Europa e in Asia, ed è noto per le sue lezioni di Retorica ed Etica Medica. Ha una lunga esperienza di direzione spirituale, ministero di ritiri e formazione religiosa, e attualmente è impegnato nel ministero pastorale nelle parrocchie.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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