Nuovo appello del Papa sulla Siria. «Voglio sottolineare e ribadire la mia vicinanza a tutte le vittime del disumano conflitto in Siria», ha detto Francesco a conclusione dell’udienza generale in piazza San Pietro. «È con un senso di urgenza che rinnovo il mio appello, implorando, con tutta la mia forza, i responsabili, affinché si provveda a un immediato cessate il fuoco, che sia imposto e rispettato almeno per il tempo necessario a consentire l’evacuazione dei civili, soprattutto – ha scandito il Pontefice – dei bambini, che sono ancora intrappolati sotto i bombardamenti cruenti».
Solo domenica scorsa Francesco ha annunciato che il primo dei 17 nuovi cardinali che «creerà» con un Concistoro convocato per il 19 novembre è monsignor Mario Zenari, «che rimane Nunzio Apostolico nell’amata e martoriata Siria». «Senza un accordo tra i paesi della regione è difficile costruire la pace», ha dichiarato il futuro cardinale.
Il tema della Siria è stato frequentemente al centro dell’attenzione e delle parole del Papa, anche in occasione della visita ad Assisi per partecipare, il 20 settembre scorso, a un incontro interreligioso promosso da Francescani e comunità di Sant’Egidio nel 30esimo anniversario del primo summit voluto, nel 1986, da Giovanni Paolo II.
Da ultimo, nel corso dell’udienza generale dello scorso 28 settembre il Papa, ricordando in particolare la situazione di Aleppo, aveva affermato: «Nell’esprimere profondo dolore e viva preoccupazione per quanto accade in questa già martoriata città, dove muoiono bambini malati ammalati giovani vecchi, tutti… rinnovo a tutti l’appello ad impegnarsi con tutte le forze nella protezione dei civili, quale obbligo imperativo ed urgente. E appello alla coscienza dei responsabili dei bombardamenti che dovranno dare conto davanti a Dio».
Il giorno dopo, il 29 settembre, il Papa si è soffermato sulla situazione di Siria e Iraq nel corso dell’udienza riservata agli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi umanitaria in quei paesi. In quell’occasione Francesco, alla presenza dell’inviato dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, aveva ringraziato in particolare le Nazioni Unite «per il lavoro di sostegno e di mediazione presso i diversi Governi, affinché si concordi la fine del conflitto e si ponga finalmente al primo posto il bene delle popolazioni inermi», sottolineando che «nonostante i molti sforzi prodigati in vari ambiti, la logica delle armi e della sopraffazione, gli interessi oscuri e la violenza continuano a devastare questi Paesi» e citando, in particolare, il «recente attacco contro un convoglio umanitario dell’Onu… È l`esperienza – aveva chiosato – di quel mysterium iniquitatis, di quel male che è presente nell`uomo e nella storia e ha bisogno di essere redento. Distruggere per distruggere!».
Il 30 settembre, ancora, in un passaggio di una preghiera che ha pronunciato nel corso di una visita alla chiesa di San Simone Bar Sabbae di Tbilisi, in Georgia, il Papa aveva pregato così: «Signore Gesù, stendi l’ombra della tua croce sui popoli in guerra: imparino la via della riconciliazione, del dialogo e del perdono; fa gustare la gioia della tua risurrezione ai popoli sfiniti dalle bombe: solleva dalla devastazione l’Iraq e la Siria; riunisci sotto la tua dolce regalità i tuoi figli dispersi: sostieni i cristiani della diaspora e dona loro l’unità della fede e dell’amore».