Anche Blase Cupich, da due anni alla guida della diocesi di Chicago, ha appreso la notizia dopo l’annuncio del Papa . È stato svegliato domenica mattina, dopo l’annuncio di Francesco al termine della messa in Piazza San Pietro. La porpora ai tre statunitensi «è un segno della stima del Santo Padre per la Chiesa in questo Paese», spiega Cupich in questa intervista con Vatican Insider.
Come e quando ha saputo della sua nomina?
«Sono stato chiamato al telefono da amici romani appena dopo le cinque di domenica mattina, ora di Chicago»
È stato sorpreso dalla notizia?
«Sì. Io ho sempre creduto che questo tipo di decisioni fossero totalmente di competenza del Santo Padre. E questo Santo Padre è stato un Papa delle sorprese».
Che cosa significa la sua nomina e quella degli altri due porporati statunitensi, per la Chiesa negli Usa?
«Credo che la nomina dei tre americani rappresenti un segno della stima del Santo Padre per la Chiesa in questo Paese e quindi la designazione di noi tre debba essere fonte di incoraggiamento per la Chiesa qui. La visita del Santo Padre un anno fa gli ha offerto l’opportunità di conoscere di prima mano la vitalità e vigore della Chiesa negli Stati Uniti. Allo stesso tempo lui ci ha offerto una stimolante visione di che cosa la Chiesa è chiamata ad essere, e adesso tocca a tutti noi, vescovi statunitensi, rispondere con coraggio e forza».
Uno dei temi più discussi negli ultimi mesi è stata l’interpretazione del capitolo 8 dell’esortazione Amoris laetitia a proposito dei divorziati risposati. Ci sono state diverse interpretazioni: c’è chi dice che nulla è cambiato e chi dice che invece qualcosa è cambiato. Qual è la sua posizione a questo proposito?
«La mia posizione è la stessa di Papa Francesco, il quale ha indicato che la corretta interpretazione di Amoris laetitia era stata offerta dal cardinale Christoph Schönborn. E ancora dai vescovi dell’Argentina, sulla quale il Papa ha fatto notare che “non sono necessarie ulteriori interpretazioni”. Dunque, se qualcuno vuole sapere ciò che penso, deve far riferimento a queste fonti. Vorrei inoltre richiamare all’attenzione il bell’articolo scritto dal professor Rocco Buttiglione su L’Osservatore Romano il 19 luglio di quest’anno, che io ho riprodotto nel nostro giornale diocesano. Il professor Buttiglione ha proposto argomenti convincenti circa la continuità, su questi temi, dell’insegnamento di Papa Francesco con i suoi predecessori e con il Catechismo della Chiesa cattolica».
Durante il recente viaggio in Georgia e Azerbaigian, Papa Francesco ha detto ai giornalisti che oggi si sente la mancanza di cultura politica se un cattolico non è in grado di trovare una buona opzione in un’elezione politica. Che cosa pensa delle prossime elezioni presidenziali americane?
«Io credo nella fibra morale del popolo americano, che è capace di rispondere promuovendo il bene comune. Ogni elezione mette alla prova la cultura politica di un Paese e dà a una nazione la possibilità di ricordarsi delle sue più alte aspirazioni».