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La conversione di Giovanni Ullu, autore di Pazza Idea

foto Fabio Ferrari - LaPresse17 02 2011 Sanremo IM61mo festival della canzone italianaterza seratanella foto: Patty Pravophoto Fabio Ferrari - LaPresse17 02 2011 Sanremo IM61th Festival of Italian Songthird eveningin the photo: Patty Pravo

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Cecilia - pubblicato il 11/10/16
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L’autore che portò Patty Pravo al successo planetario si racconta a Cecilia

Per me Dio e’ l’approdo auspicato e sognato dopo le traversie di una tempesta!

Cecilia incontra Giovanni Ullu, il cantautore e compositore italiano, entrato nella storia della musica leggera italiana per aver composto Pazza idea, uno dei maggiori successi di Patty Pravo. Oggi anche compositore di musica sacra, questo grande artista, ha voluto condividere con noi, alcuni ricordi importanti della sua carriera artistica, lasciandoci anche una profonda riflessione spirituale..

È il 1972, scrivi Pazza idea e diventa subito un successo planetario, come è nato questo capolavoro?

Grazie alla mia famiglia! Una volta manifestatosi il mio adolescenziale talento, furono grandi mio padre e mia madre ad assecondarlo in tutti modi: a tredici anni mio padre mi compra un meraviglioso Grundig TK47, il top dell’epoca, su cui feci le mie prime incisioni e naturalmente una bella chitarra; il pianoforte l’avevo gia’ in casa. Sono nato nella musica: mio zio Dante insegnava “lettura della partitura d’orchestra” a Santa Cecilia ed era direttore del Conservatorio di Reggio Calabria, mia madre cantava e il mio papa’ era espertissimo di canto, diaframma e musica classica. Fortuna tra le fortune, mio zio Dante,  abitava al piano di sotto la casa dei miei genitori! Era facile per me scendere da lui ed avere preziosi consigli armonici: cosi’ avvenne quando a diciannove anni scesi a fargli sentire “Crazy idea”, futura Pazza idea, appena composta di getto! Devo a lui importanti variazioni armoniche sul progetto originale. Devo altresi’ a mio padre le prime lacrime emozionate, quando mi fece ascoltare “La pastorale di Beethoven.”

Che ricordi hai dell’incontro con Patty Pravo?

Bellissima casa su due piani al Pantheon…, lei di una gentilezza disarmante…io, con il mio fido Cesare Gigli a fianco. Le faccio sentire “crazy idea”, e lei se ne innamora immediatamente! Era il settembre del 1972. Di li’ a pochi mesi, sarebbe stata prima in classifica. Poi cominciammo a vederci tutti i giorni e concepimmo l’intero album “Mai una signora” , al tempo della sua relazione con Riccardo Fogli.

E tu Come hai reagito ad un successo così grande? Immagino le innumerevoli tentazioni..

Tante tentazioni e pochi peccati in virtu’ della mia innata timidezza, e soprattutto merito di quel “santo” del mio produttore, Cesare Gigli, quasi un secondo padre, che prima di presentarmi la “Patty nazionale” mi ammoni’ dicendomi: “ Ricordati quanto sia pericoloso avere storie sentimentali con le donne con cui lavori!!!” Cosi’ avvisato feci, e per la bella Patty, senza che tra di noi sia successo nemmeno un bacio, ho composto piu’ di venti brani: Pazza idea, Come un Pierrot, Oltre l’Eden, Mai una signora, Amore assoluto, I giorni dell’armonia, etc.

E poi hai ancora composto per Riccardo fogli ,Ornella Vanoni, Franco Califano, Alessandro Haber, Paola Turci e tanto altro..quali sono le canzoni composte  che ti hanno dato maggiore soddisfazione dopo pazza idea?

Su tutte, “Dove andranno mai i bambini come noi”! Era la prima volta che pubblicavo una canzone di cui avevo scritto sia il testo che la musica. Paola rispetto’ l’arrangiamento del mio provino e ne fece una versione che ancora adesso adoro. Poi “fa che non ti manchi la voce”, una canzone dedicata a Rosaria Schifani, vedova di Vito guardia del corpo di Giovanni Falcone. Ricordo con “orgoglietto” i complimenti Di Francesco De Gregori! A chi non farebbero piacere?

Tra i tanti artisti conosciuti per lavoro, sono nate anche delle amicizie?

Si sono nate amicizie con Patty, con Alessandro Haber che si sono affievolite nel tempo, vivendo io ormai da vent’anni alle isole Eolie.

A un certo punto i contenuti dei tuoi brani diventano preghiera…

Nonostante abbia vissuto la mia adolescenza in un clima molto religioso, si pregava il Rosario tutte le sere, mio padre volle che io facessi la prima comunione quando ne avessi avuto una chiara coscienza. Al Suo capezzale, poco prima di volare in cielo, mi disse “Ora sei pronto!”. E cosi’ fu: feci la prima comunione a cinquant’anni e mi abbandonai ad un grande approfondimento della patristica. Da li’ nacquero numerose composizioni sia in italiano che in inglese di contenuto sacro.

Cosa ci dici a proposito del brano che hai scelto per noi?

“Mandami qualcuno da amare” e’ una preghiera/poesia, scritta da Madre Teresa e da me musicata: A mio avviso esprime il senso dell’eroica carita’ dei santi: al posto dell’ umano lamento per il dolore, essi chiedono al Signore un dolore piu’ grande da consolare. E’ la strada dell’ “imitazione di Cristo”, e’ la strada dell’ “ama il prossimo tuo come te stesso, e’ la strada de “Gli altri siamo noi” come dice una bella e famosa canzone di Tozzi, e’ la strada piu’ difficile da seguire che a noi e’ dato intravedere e che madre Teresa segue e realizza: la chiamerei “TOTAL CHARITY”!


QUI POTETE ASCOLTARE LA CANZONE



A proposito..siamo nell’anno della Misericordia e si parla molto della parabola del figliol prodigo. Una storia che ha come tema principale la visione che l’uomo ha di Dio. Qual è la tua ? Chi è Lui per te?

I laici parlano sempre di prove storiche per documentare le loro teorie: ebbene domandiamoci: qual’ è l’elemento architettonico piu’ diffuso? L’elemento architettonico piu’ diffuso da quando si ha notizia dell’uomo,  e’ IL TEMPIO!!! E questa e’ una sicura prova dell’esistenza di Dio, almeno come idea innata della divinita’. Per me Dio e’ l’approdo auspicato e sognato dopo le traversie di una tempesta!

a cura di Costanza D’Ardia

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