«In risposta a una domanda sulla delicata situazione nella Penisola Coreana, – si legge in una dichiarazione diffusa dal direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke – posso confermare che la preoccupazione del Papa e della Santa Sede per le persistenti tensioni nell’area, a causa degli esperimenti nucleari condotti dalla Corea del Nord, è stata ribadita oggi da monsignor Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, intervenendo a Vienna ai lavori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA)».
Nei giorni scorsi il ministro dell’Unificazione sudcoreano Hong Yong-pyo aveva affermato che un altro test nucleare della Corea del Nord è verosimile possa esserci entro fine 2016: secondo il ministro ci sono «segnali preparatori» di quello che darebbe vita a «un’altra provocazione».
Il 10 ottobre, ha aggiunto Hong nel resoconto dell’agenzia Yonhap, cadrà il 71/mo anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori, data ideale per il sesto esperimento nucleare o per il lancio di un missile a lunga gittata. Poche settimane fa, il 9 settembre, la Corea del Nord ha dato il via al quinto test atomico che, oltre a causare un sisma artificiale di magnitudo 5, ha provocato dure proteste della comunità internazionale.
A gennaio c’è stata la quarta detonazione atomica seguita a febbraio dal razzo che ha mandato in orbita un satellite, visto dall’Occidente come la prova di un missile a lungo raggio. Le prove di forza del Nord agli obblighi delle risoluzioni Onu cadono in generale a ridosso di anniversari simbolici, come per il quinto test, nel giorno della fondazione dello Stato.