«È stato un momento molto cordiale e il Santo Padre ci ha chiesto di procedere con determinazione e secondo scelte che siano irreversibili per questo nuovo scenario, che è lo scenario appunto della convergenza digitale». Lo afferma alla Radio Vaticana monsignor Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, a proposito dell’incontro di ieri tra il Pontefice e i vertici del nuovo dicastero in occasione della consegna degli statuti.
Sul fatto che si parli di un triennio di lavori con i nuovi statuti, monsignor Viganò precisa: «Diciamo che il lavoro è già iniziato ed è iniziato secondo quel progetto che era stato condiviso con il Consiglio dei nove cardinali e approvato poi dal Papa. Quindi, tendenzialmente, gli Statuti di fatto sanciscono quello che era il progetto presentato e approvato. Certo, è un atto di nascita importante dal punto di vista giuridico: c’è una paternità legale, diciamo così, in questo momento, che ci permette di attuare adesso anche quelle operazioni che sono importanti per un dicastero che nasce dall’accorpamento di tante altre entità, che è quello di sviluppare i regolamenti e poi l’unica tabella dell’organico, che sarà una tabella unitaria».
Sulla dimensione di «Statuto aperto», che caratterizza alcune parti del documento, Viganò spiega: «Vuol dire preparare uno strumento che possa accogliere quanto sarà sviluppato. Pensiamo che dal telegrafo a oggi sono passati poco più di 150 anni e c’è stata un’evoluzione tecnologica enorme, esponenziale. Quindi è importante avere uno strumento giuridico che permetta di proseguire da qui a cinque, dieci anni rispetto a ciò che apparirà sulla scena dei media».