Per riconquistare un po’ tutto ciò che abbiamo perduto…
Pochi autori hanno avuto un impatto nella letteratura per bambini come Roald Dahl: ha venduto finora 250 milioni di copie e, persino 26 anni dopo la sua morte, libri come Matilde, James e la pesca gigante e La fabbrica di cioccolato continuano ad essere dei titoli che non possono mancare nelle librerie di ogni bambino. Dahl, della cui nascita si ricorda in questa settimana il 100esimo anniversario, ha scritto anche libri per adulti, ma questi non hanno avuto un impatto particolare.
Aveva il dono eccezionale di saper entrare come nessun altro nella mente dei bambini, una capacità unica di comprendere la loro visione del mondo e le loro vulnerabilità. I bambini hanno uno speciale dono spirituale – una combinazione di empatia, fantasia e vulnerabilità — che molti di noi perdono crescendo. Ma Dahl mantenne quella compassione per i più piccoli cittadini di questo mondo, e i più piccoli lettori di questo mondo hanno contraccambiato l’affetto per lui. Vi proponiamo sei intuizioni sulla vita che Dahl ha condiviso con i bambini per decenni.
1. A volte i grandi sono degli idioti
I bambini accettano come normale ciò che capita, ma in loro c’è ancora quella vocina che si fa sentire quando c’è qualcosa di sbagliato… ad esempio quando gli adulti fanno gli antipaticoni.
Matilda è l’esempio più classico, ma neanche Le streghe e James e la pesca gigante mostrano il lato migliore dell’età adulta. I bambini possono anche avere ragione, ma spesso non importa affatto; vengono anzi ignorati o peggio viene detto loro di ubbidire sempre e comunque, anche se ciò che viene imposto è scorretto o illogico. I libri di Dahl illustrano per i bambini quella vocina di cui stiamo parlando, spiegando che il loro stato d’animo è totalmente legittimo. Le storie affermano gli istinti dei bambini: ha senso parlare di giusto e sbagliato, e a volte chi è cresciuto (ed ha il potere!)… ha semplicemente torto.
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In molti libri di Dahl gli adulti vengono rappresentati come dei cattivoni che incarnano fisicamente le qualità negative che molti nascondono dentro se stessi. È perfetto così! Non avete desiderato anche voi che le persone malvagie avessero delle verruche sul naso, in modo da capire tutto da subito?
2. A volte un po’ di zucchero rende tutto migliore
La fabbrica di cioccolato di Willy Wonka è magica — e non solo in senso letterale, con tutti quegli scoiattoli ammaestrati. Un luogo dove si può assaggiare di tutto e in gran quantità. Ma anche prima di entrare in quel posto magnifico, il cioccolato trasforma l’orribile vita di Charlie Bucket. Un solo pezzetto che si scioglie nella sua bocca è in grado di cancellare la povertà e l’onnipresente zuppa di cavolo. I bambini, anche quelli che ricevono molte attenzioni, comprendono cosa voglia dire la deprivazione. Il fantastico mondo di Dahl, in cui ogni bimbo può mangiare a volontà tutto ciò che vuole, soddisfa il profondo bisogno di cura,attenzione e affetto dei piccoli lettori.
Non è l’unica volta in cui Dahl fa venire l’acquolina in bocca. Nella sua autobiografia Boy la fissazione infantile di Dahl per il negozio di dolciumi del quartiere spiega tanto dei personaggi del suo libro. Mi dà nostalgia di quelle caramelle a pochi centesimi da scegliere, pezzo per pezzo, con maniacale attenzione.
3. Gli eroi possono essere di qualsiasi forma e dimensione
Gli insetti di James e la pesca gigante, i bimbi esili e disadattati presenti in quasi tutti i suoi libri, un ragazzo e suo padre che lottano contro un facoltoso proprietario terriero in Danny, il campione del mondo… questi non sono supereroi, atleti, ricchi e potenti. Queste sono persone di tutti i giorni che usano astuzia per gestire le situazioni difficili e sopravvivere. Gli eroi di Dahl sono i suoi stessi lettori. I bambini sono sempre dei Davide, e mai dei Golia. I libri di Dahl sono una celebrazione dei piccoletti che osservano il mondo attorno a loro e prendono appunti in attesa di opportunità.
4. L’immaginazione è una cosa potente
La realtà è per gli adulti. Anche a 30, 40 o 50 anni potremmo usare un po’ più di immaginazione. I grandi hanno costruito un muro ben definito tra “reale” e “immaginario”, ma per i bambini questi confini sono molto porosi. Dahl celebra quello spazio fluido tra “potrebbe essere” ed “è”. È così che nascono le invenzioni e le creazioni degli adulti che restano in contatto con quell’istinto infantile. Versi perversi non è uno dei libri più popolari di Dahl (ma non so perché). Quando ero piccola me lo riportarono i miei genitori da un viaggio in Inghilterra. Una raccolta di poesie degna dei fratelli Grimm, una rivisitazione macabra delle fiabe più classiche. Ricordo anche le sorellastre di Cenerentola tagliarsi i piedi pur di riuscire a indossare la scarpetta di vetro. Se non è inventiva questa!
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Un po’ più tradizionale è il sequel de La fabbrica di cioccolato, in cui Charlie Bucket viaggia con Willy Wonka in un ascensore di cristallo. Le possibilità di tale mezzo sono infinite, ad esempio può far ringiovanire. Non sempre la creatività ha un senso logico, ma è parte della magia. Voi lettori potreste avere la stessa immaginazione dell’autore. Anche voi potreste creare mondi ed avere idee. Chissà come andrà a finire?
5. L’infanzia è fatta anche di solitudine
Quando cresciamo ce ne dimentichiamo. I bambini non sanno che anche altre persone possono provare esattamente ciò che provano loro. Gli altri si spaventano e si vergognano, si innervosiscono e si imbarazzano. Tutto è così nuovo e travolgente. I bambini dei libri di Dahl hanno problemi reali: famiglie incasinate, idee balorde, problemi a scuola. Vanno dal dottore, hanno difficoltà a leggere e non mangiano abbastanza. Questi libri fanno sapere ai bambini che le loro esperienze personali di solitudine sono in realtà esperienze universali. E per un bambino è davvero particolare leggere una parte di sé – magari una parte che si vorrebbe nascondere – nelle pagine di un libro. Questo crea una connessione di empatia con il resto del mondo.
6. La risata è la medicina migliore
Il ricercatore Robert Provine ha scoperto che i bambini piccoli ridono 300 volte al giorno, mentre gli adulti lo fanno soltanto 20 volte. I ragazzini sono sicuramente più vicini al numero dei bebè, almeno a casa mia. La vita è dura, anche da bambini. E ridere aiuta. Prendersi del tempo per ridere riduce lo stress e rende le cose un po’ migliori. Dahl sa che a volte un po’ di leggerezza è quello che ci vuole. Se non mi credete, date uno sguardo alle illustrazioni di Quentin Blake in uno qualunque dei libri di Roald Dahl. Non sono delle opere d’arti realizzate in modo serio. Hanno un unico scopo: far ridere. Ed è questo, da 100 anni ormai, il messaggio di Dahl: tutti lottiamo, la vita è ridicola. Ma non siamo soli.
[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]