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Io, cattolico praticante, ho tradito mia moglie. Com’è potuto accadere?

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Orfa Astorga - pubblicato il 21/09/16
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Chiunque può cadere nell’infedeltà se non cerca attivamente di evitarlaSono avvocato. La mia ex segretaria si è licenziata ed io, anziché assumere prudentemente una persona di retto criterio e comprovata efficienza (alla quale avevo fatto un colloquio), ho optato per una ragazza bionda dal fisico scultoreo e graziose fossette sulle guance.

L’ho fatto in base ai miei desideri, per creare un ambiente più giovanile nel mio ufficio e rallegrarmi gli occhi con la sua presenza, che era già un modo di essere infedele, e lo sapevo.

La verità è che ho pensato onestamente che le cose non sarebbero andate oltre. Mi sentivo immune al fatto di commettere un errore così grande, come chi può mettere la mano nel fuoco senza bruciarsi.

La mia neoassunta si è dimostrata molto efficiente, tanto che ha rapidamente assunto il controllo dell’ufficio… e della mia vita, facendomi pensare il contrario. Ho finito per rimanerle soggiogato.

È iniziata così l’infedeltà nel mio matrimonio, cercando di convincermi che sarebbe stata solo una cosa passeggera che sarebbe terminata senza lasciare tracce come e quando lo avessimo deciso.

Con una buona formazione morale e spirituale e una buona vita sacramentale, era quello che non ci si sarebbe mai aspettati da me, e quando la coscienza mi infastidiva cercavo di anestetizzarmi per non sentirla.

Ogni volta mi venivano in mente idee come:

  • È solo un “dettaglio”.
  • Mia moglie non se ne accorgerà mai: occhio non vede, cuore non duole.
  • La mia “avventura” sa che sono sposato, non sto ingannando nessuno. Sta agendo liberamente, è adulta, molto discreta e si farà carico di una gravidanza.
  • È così attraente, così angelica, irresistibile.
  • La vita va vissuta ora che sono ancora giovane.
  • So che sto vivendo nel peccato, ma sarà una cosa passeggera.

Malato di passione, mi facevo il lavaggio del cervello a base di stupidità, cercando di ammorbidire la mia coscienza.

Sono diventato un mascalzone, che nella sua “conquista” agiva di modo che sembrasse che la cosa più naturale per me era essere tenero, amabile, comprensivo – il che, secondo me, aumentava la mia attrattiva. Con mia moglie mi sforzavo più che mai di sfoggiare la pace e l’ordine di spirito di un buon cristiano. E lei mi credeva.

Sono stato un attore che ha interpretato un ruolo triste a scapito di una vera identità, del mio essere personale. Facendo questo, ho mandato all’aria le mie virtù, la mia gioia di vivere, la mia autostima, influendo sullo sviluppo dei miei talenti e quindi sulla mia efficienza professionale.

Ossessionato, mi sono allontanato da amici dalla vita retta, da gruppi cristiani e impegni sociali sani, per non parlare della vita sacramentale, perché tra non correggere la mia vita e dar retta alla mia coscienza continuavo a scegliere l’anestesia.


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Alla fine i miei calcoli su un’esperienza passeggera senza grandi rischi sono risultati sbagliati, perché man mano che passava il tempo la mia amante ha iniziato ad acquisire potere e controllo sulla mia vita.

È risultato che anche lei aveva interpretato il ruolo di seduttrice, che ha messo da parte per mostrare il suo lato esigente, intollerante ed egoista. Che mi aspettavo?

E allora, mentre vivevo affannandomi a nascondere certe spese, a fare attenzione ad eventuali segni sui miei vestiti, a cancellare chiamate dal cellulare e messaggi di posta e di Whatsapp, vivevo anche nel timore che si arrabbiasse, che facesse qualcosa che potesse farmi scoprire. Tacevo impotente di fronte alle sue sfuriate, nelle quali è arrivata anche a insultarmi. Avevo aperto le porte a una doppia vita di schizofrenia; da conquistatore, sono passato ad essere schiavo servile e timoroso.

Il destino mi ha raggiunto quando lei si è incaricata di far sapere tutto a mia moglie, il che mi ha permesso tristemente di porre fine alla relazione illecita, visto che ormai non c’era più niente da nascondere.

Mia moglie non mi ha chiesto la separazione, e rimanendo in silenzio mi ha fatto provare una dolorosa solitudine. In conclusione, mi ha detto che se le cose non fossero andate male avrei continuato a ingannarla. Aveva ragione. Non sono stato io a correggere volontariamente la situazione – l’ho fatto per reazione e costretto dalle circostanze, in modo codardo. Questa verità ha dato il colpo di grazia alla mia autostima.

Stando così le cose, libero da una passione, senza anestesia nella coscienza e senza aspettare il perdono di nessuno, ho iniziato a dubitare di me stesso come persona. Un dubbio tale da pensare di allontanarmi lasciando tutto e di fuggire senza sapere dove. Volevo cerca la pace da qualche parte all’infuori di me anziché dentro di me.

Disperato, stavo reagendo come Giuda, mancava solo che mi impiccassi.

Poi mi sono ricordato di Pietro, del suo tradimento, dello sguardo di Gesù su di lui, con il quale si è sentito assolto, del suo ritorno alla vita.

Nella mia mente ha iniziato a prendere corpo l’idea per cui la mia anima aveva bisogno della confessione. Prima ho pensato di risparmiarmi l’umiliazione facendolo nell’anonimato di un confessionale qualsiasi, ma poi ho deciso di andare da quel sacerdote che ha un’opinione tanto positiva di me e di “vuotare il sacco”. E così ho fatto.

Poi ho pianto come Pietro e ho deciso di assumermi la responsabilità del mio errore. Mia moglie mi ha nuovamente risposto con un silenzio che dev’essere la mia espiazione, ma so che ho l’opportunità di rimediare con il bene a tutto il male che posso averle fatto e mantenere la speranza del suo perdono.

Alla relazione extra matrimoniale si arriva per un cammino disseminato di infedeltà di tipo diverso. Ecco alcuni esempi:

  • Condividere confidenze con qualcuno del sesso opposto.
  • Stare da soli, anche se in pubblico, con qualcuno del sesso opposto.
  • Lavorare insieme a qualcuno per il quale si prova attrazione.
  • Guardare con desiderio le cose corporali.
  • Lanciare sguardi impropri.
  • Visione di materiale pornografico.
  • Letture oscene.
  • Assistere a spettacoli immorali.
  • Spettegolare con amici o estranei.
  • Viaggiare “per lavoro” con la sola compagnia del/la assistente.
  • Avere amicizie del sesso opposto non condivise con il coniuge.
  • Vestire in modo spinto per attirare l’attenzione.

La fedeltà è una conquista dell’amore vero, un amore pieno e totale.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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