Tutto nacque da una lettera che il fisico Carl Friedrich von Weizsaecker scrisse a Giovanni Paolo IIL’idea della Giornata interreligiosa di Assisi fu data al Papa polacco da uno scienziato tedesco, Carl Friedrich von Weizsaecker, un fisico che negli anni Trenta aveva partecipato al programma nucleare militare di Hitler per poi rifiutarsi di contribuire alla fabbricazione della bomba atomica nazista.
È quanto ha rivelato il cardinale francese Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e maggiore collaboratore di Giovanni Paolo II nell’organizzazione della Giornata di Assisi, nel libro “I Papi della pace” di Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni (Rizzoli) in una testimonianza in cui ha spiegato, tra le altre cose, le origini di quello storico evento (Ticino on Line, 20 settembre).
LA LETTERA A WOJYTYLA
«Uno dei grandi segni del suo pontificato fu Assisi, il 27 ottobre 1986 – dice Etchegaray a proposito di Wojtyla – Il Papa vi aveva invitato, per la prima volta nella storia, capi religiosi del mondo intero a una giornata di preghiera per la pace. Pochissimi conoscono l’origine di un’iniziativa così insolita». «Il 10 giugno 1985, Carl Friedrich von Weizsaecker, fratello del presidente della Repubblica federale di Germania, indirizzò a Giovanni Paolo II una lettera manoscritta – racconta il porporato – Questo fisico di 73 anni, direttore dell’Istituto Max Planck, aveva rifiutato di partecipare alla fabbricazione della bomba atomica tedesca».
UN “CONCILIO” DI PACE
«Ossessionato dalle minacce di una guerra nucleare – spiega ancora Etchegaray – aveva da poco scritto un libro, ‘Die Zeit draengt’ (Il tempo stringe). La sua lettera era accompagnata da un appello a ‘convocare un concilio della pace’. Di confessione luterana, egli chiedeva al Papa chi avrebbe potuto invitare e chi avrebbe potuto essere invitato a questo ‘concilio’».
SCIENZIATI NAZISTI
Von Weizsaecker (Kiel, 1912 – Soecking, 2007) è stato il membro più longevo del team di ricerche nucleari nella Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, sotto il comando del premio Nobel Werner Heisenberg (Secolo d’Italia, 20 settembre).
RICERCHE MAI TERMINATE
Negli anni Trenta partecipò al programma nucleare hitleriano, nel gruppo di ricercatori in cui gli esponenti più in vista erano proprio lui e Heisenberg. Gli studi sulla possibilità di costruire armi nucleari, comunque, non trovarono compimento. Alla vigilia del conflitto mondiale, il suo nome fu citato da Albert Einstein in una lettera al presidente americano Roosevelt.
LA CATTURA
Nel 1945 fu catturato da reparti speciali alleati insieme ad altri scienziati tedeschi e internato in Inghilterra, a Farm Hall, vicino Cambridge. Nel dopoguerra tornò agli studi di fisica e all’insegnamento, in particolare nella Società Max Planck. Ma lo spettro delle armi atomiche e della loro distruttività era diventato per lui un’ossessione: tanto da voler scrivere al Papa perché convocasse un «concilio della pace».