Un inno moderno alla vita eterna in un blockbuster hollywoodiano
Now I see you in a better place
Quando la Atlantic Records chiede a Charlie Puth di scrivere una canzone tributo per la morte dell’attore Paul Walker da inserire nella soundtrack di Furious 7, il giovane musicista ventitreenne del New Jersey, di solida formazione cattolica, si ispira alla morte di un suo amico anch’esso morto in un drammatico incidente stradale.
Charlie sa che deve scrivere un pezzo sull’amicizia, sulla morte, sull’amicizia dopo la morte.
Senza che se ne renda conto inizia a scrivere una ballata sulla vita eterna. L’amico è morto ma un giorno sa che lo rincontrerà. Lo crede, canta e ci crede.
La Atlantic Records e la Universal Pictures ricevono la canzone e non hanno dubbi: è quanto stavano cercando. “Charlie, vogliamo la tua voce e vogliamo anche che la canti tu, non ti conosce nessuno ma la tua voce ci ha emozionato, anzi, adesso la potenziamo, ci mettiamo pure un intervallo HIP HOP che ci parla della famiglia. Perchè la famiglia è tutto ciò che abbiamo.”
La tessitura melodica del brano è infatti la parafrasi musicale di alcune bellissime parole di Antoine de Saint-Exupery: “Amico mio, accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace. Al di là delle mie parole maldestre tu riesci a vedere in me semplicemente l’uomo”.
Questa è la storia di una canzone mainstream che parla di amicizia, di famiglia e di vita eterna. Un inno moderno alla vita eterna in un blockbuster hollywoodiano.
Manuel de Teffé – Cecilia Artistic Director