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Assisi, monsignor Sorrentino: la forza della preghiera per costruire la pace

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Vatican Insider - pubblicato il 18/09/16
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Una iniziativa di dialogo ma soprattutto di preghiera: è questo l’evento «Sete di Pace» secondo quanto sottolineato dal vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, nella messa alla Basilica di San Francesco che apre la tre-giorni organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane. 

«San Giovanni Paolo II – ha ricordato il vescovo – intui’, trent’anni fa, con l’iniziativa dello `spirito di Assisi´, che, per costruire la pace, bisogna far leva proprio sulla forza della preghiera. Una preghiera indirizzata a Dio che è amore e pace, e dunque fatta nell’amore e nella pace, come l’Apostolo ci ha ricordato: `Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese´. Sia questo lo `spirito di Assisi´ – ha sottolineato mons. Sorrentino – che viviamo in questi giorni, alla scuola di Gesù e del suo servo Francesco, in cordiale dialogo con tanti credenti, pur di diversa ispirazione, in preghiera con noi». 

Dunque oltre 500 leader religiosi provenienti da tutto il mondo sono arrivati ad Assisi per dire il loro `no´ al terrore e per promuovere una nuova stagione di pace. Prende il via oggi l’evento «Sete di Pace. Religioni e culture in dialogo» promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane. Oggi si entra nel vivo con la sessione inaugurale alla quale presenzierà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Martedì, 20 settembre, invece è atteso Papa Francesco per il momento clou di questo evento con la firma dell’appello per la pace da parte dei leader di tutte le religioni convenute nella cittadella di San Francesco. Imponenti le misure di sicurezza messe in campo ad Assisi in queste ore per consentire uno svolgimento tranquillo dell’evento. 

Quest’anno il summit interreligioso celebra anche i trent’anni dalla Giornata Mondiale di Preghiera voluta da Giovanni Paolo II. Era il 1986 e il luogo era sempre Assisi. Da allora lo spirito di questa cooperazione tra gli esponenti delle religioni, ma anche del mondo culturale, si è ripetuto ogni anno per cercare di dare un contributo, con la preghiera e il dialogo ai tanti conflitti nel mondo. «Dopo gli attentati in Francia, Siria e Pakistan, la risposta al nuovo terrore – sottolineano gli organizzatori – è Assisi e lo spirito fraterno che emana, capace di disarmare il cuore degli uomini». 

I numeri di questo `G8´ delle religioni sono imponenti: oltre 500 rappresentanti di nove religioni (cristianesimo, ebraismo, islam, buddismo, giainismo, induismo, shintoismo, sikhismo, zoroastrismo), 12mila partecipanti, più di 1.500 volontari, 29 panel, 19 luoghi per gli incontri e le preghiere, 7 megaschermi disseminati nella cittadina umbra per consentire al maggior numero di persone di seguire i lavori. Si parlerà dei conflitti ma anche dell’ambiente e delle vie per ricucire una convivenza pacifica e inclusiva tra le persone.Tre i ministri italiani presenti (Andrea Orlando, Stefania Giannini e Gianluca Galletti). Diversi i Premi Nobel invitati. 

Ma qui ci sarà anche l’umanità ferita, con un gruppo di profughi a rappresentare la più grande delle emergenze umanitarie oggi, e i sopravvissuti alla shoah per ricordare alle nuove generazioni i drammi del passato. 

«Trent’anni fa – dice il rabbino argentino Abraham Skorka, amico di Papa Francesco, – persone profondamente spirituali si sono riunite ad Assisi per coinvolgere molti altri nell’impegno di allargare la sfida di operare per la pace. Sapevano che nella loro solitudine potevano sì avvicinarsi a Dio, ma non potevano adempiere alla missione che l’onnipotente aveva indicato loro come guide spirituali. Trent’anni dopo il mondo continua a essere pieno di ombre di odio, fanatismo, demagogia e crudeltà. Ma nonostante tutto, sono stati raggiunti alcuni obiettivi molto importanti, il messaggio biblico è stato trasmesso, la millenaria speranza di pace, che è al centro della fede ebraica, cristiana e islamica, continua a palpitare nel cuore di molti». 

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