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Messaggeri della misericordia tra eucaristia e carità

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Vatican Insider - pubblicato il 17/09/16
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In questi giorni Genova è attenta e accogliente;  i partecipanti si confondono, tra sorrisi e pensieri, nelle vie della città con i turisti e i residenti. Per gli oltre 900 delegati, 70 vescovi, 250 sacerdoti in rappresentanza di 150 diocesi, il Congresso Eucaristico è entrato nel vivo del suo svolgimento, tra raccoglimento e speranza. Gli incontri si alternano alle catechesi e alle adorazioni, ma molte delle celebrazioni e degli incontri sono nelle piazze e nelle vie, dal porto antico ai “caruggi” del centro storico. Ascoltando le voci dei presenti emerge un po’ di delusione per l’assenza di papa Francesco ma per il cristiano il centro della vita è Cristo e il Suo mistero eucaristico, tema dell’appuntamento genovese.

I convenuti nella città di Colombo per un appuntamento che mancava in città dal 1923, e che oggi segue il percorso della Chiesa italiana tracciato al Convegno ecclesiale di Firenze, sono testimoni di un dono e di un mistero. Essi si mescolano alla città che vive il fine settimana con i soliti ritmi, sono i volti di persone che s’interrogano sul fondamento della propria fede a contatto con quella parte di città laica e secolarizzata che li osserva con stupore e rispetto.

Genova fa memoria delle sue radici spirituali di santità e cristianità. L’impegno come rileva il cardinale Bagnasco della città e presidente dei Vescovi italiani,  cui fa eco il segretario generale mons. Nunzio Galantino, è quello di ritornare alle fonti essenziali della fede per un maggiore impegno  ecclesiale e civile, che prende forza  dal Mistero di Grazia di Cristo morto e Risorto e si fonda sul memoriale della celebrazione eucaristica. “Ricevere il sacramento del corpo e sangue di Cristo” – afferma nella sua catechesi il vescovo di Fiesole Mario Meini “ è farmaco di vita eterna e gioia interiore per il legame con Dio da condividere con i fratelli”. Singolare nella giornata di oggi l’episodio che ha coinvolto l’Arcivescovo Bagnasco. Durante la trasmissione “Soul” di Tv2000, condotta da Monica Mondo, rispondendo a due domande di Giacomo un bambino di 8 anni, che da poco ha fatto la comunione: “Come fa il corpo di Gesù a stare in tante ostie, se è uno solo? E come facciamo a bere il sangue di Gesù se non siamo dei vampiri?”, il cardinale Angelo Bagnasco ha risposto: ”Gesù ci ha detto di mangiare il suo corpo e il suo sangue per avere la vita eterna, che è diversa da quella del corpo. Ci fidiamo di lui, come del papà e della mamma. Non dobbiamo pensare che siamo dei vampiri”. Una situazione simpatica e genuina, ma indicativa di come oggi sia difficile per i cristiani testimoniare e trasmettere la fede alle giovani generazioni in una condizione di analfabetismo religioso. La Comunità ecclesiale sente la necessità di dare nuovo impulso al progetto formativo di catechesi per rendere più incisivo il messaggio del vangelo.

Negli otto gruppi delle catechesi nelle chiese del centro e della periferia, dedicate dall’eucaristia e alle cinque “vie” (annunciare, abitare, educare, uscire e trasfigurare) del Convegno di Firenze del novembre 2015 hanno portato la loro parola monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo di Albenga-Imperia, monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vicepresidente Cei per il Nord; monsignor Alberto Tanasini, vescovo di Chiavari, monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-San Remo,  monsignor Vittorio Viola, vescovo di Tortona, monsignor Mario Meini arcivescovo di Fiesole, monsignor Luigi Palletti, vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato e monsignor Vittorio Lupi, vescovo di Savona-Noli.

Poche parole, molto silenzio, ascolto della Parola, adorazione del Santissimo e della Croce questi i momenti di spiritualità che non hanno dato forza alle riflessioni dei pastori. Spiritualità e carità. Preghiera e opere. L’impegno delle opere di Misericordia, una cinquantina, di aiuto e condivisione della comunità genovese con i più deboli, i poveri e i malati sono stati visitati e conosciuti dai delegati. Ospedali, mense, case di accoglienza dove gli operatori, volontari e non, vivono la loro testimonianza e soprattutto cercano di alleviare il dolore di anziani, migranti, giovani in difficoltà e in crisi e in lotta con le dipendenze vecchie e nuove alcol e droga, gioco d’azzardo, emarginazione, depressione, solitudine.

Nel pomeriggio la processione nella città mariana. Una motovedetta della Capitaneria di Porto – impegnata nei mesi scorsi nel soccorso ai profughi nel mediterraneo – circondata da 12 gozzi di pescatori porta il “Santissimo” dal mare consegnandolo alla città, con l’approdo a pochi passi dalla cattedrale. Dopo la sosta davanti all’Acquario, i fedeli si incamminano in processione in via S. Lorenzo fino alla Cattedrale, con i lavoratori che portano sulle spalle il “Santissimo”. Parole, canti e soprattutto la preghiera di adorazione eucaristica.

Domani alle 10.30 la celebrazione eucaristica conclusiva con l’atteso messaggio di papa Francesco all’Angelus rivolta ai partecipanti dal Congresso Eucaristico. Giornata che sarà caratterizzata dalla raccolta straordinaria di aiuto per le popolazioni colpite dal sisma di fine agosto in centro Italia.
 

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