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Papa Francesco: la logica del cristiano è la logica del “dopodomani”

A nun of the Missionary of Charity, the Religious family founded by Mother Teresa puts a scarf and embraces Pope Francis in St Peter's square at the Vatican on September 3, 2016 upon his arrival for a

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Alessandro Gisotti - Radio Vaticana - pubblicato il 16/09/16
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“Se Cristo non è risorto, neppure noi lo saremo”. Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia muovendo da un passo della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, per soffermarsi sulla “logica della redenzione fino alla fine”. Il Pontefice ha annotato, con un po’ di amarezza, che quando recitiamo il Credo, l’ultima parte la diciamo di fretta perché ci fa paura pensare al futuro, alla resurrezione dei morti.

La logica del dopodomani è la logica di Cristo risorto
“E’ facile per tutti noi – ha osservato – entrare nella logica del passato, perché è concreta” ed è anche “facile entrare nella logica del presente, perché lo vediamo”. Quando invece guardiamo al futuro, allora pensiamo che sia “meglio non pensare”. “Non è facile – ha ribadito – entrare nella totalità di questa logica del futuro”:

“La logica di ieri è facile. la logica dell’oggi è facile. La logica del domani è facile: tutti moriremo. Ma la logica del dopodomani, questa è difficile. E questo è quello che Paolo vuole annunziare oggi: la logica del dopodomani. Come sarà? ­Come sarà quello? La resurrezione. Cristo è risorto. Cristo è risorto ed è ben chiaro che non è risorto come un fantasma. Nel passo di Luca sulla resurrezione: ‘Ma toccatemi’. Un fantasma non ha carne, non ha ossa. ‘Toccatemi. Datemi da mangiare’. La logica del dopodomani è la logica nella quale entra la carne”.

Ci domandiamo, ha ripreso, “come sarà il cielo?” se “saremo tutti lì”, ma “non arriviamo a quello che Paolo vuol fare capire, questa logica del dopodomani”. E qui, ha ammonito, “ci tradisce un certo gnosticismo” quando pensiamo che “sarà tutto spirituale” e “abbiamo paura della carne”.

No a una pietà spiritualistica, entrare nella logica della carne di Cristo
Non dimentichiamo, ha detto, “che questa è stata la prima eresia”, che l’Apostolo Giovanni condanna: “Chi dice che il Verbo di Dio non è venuto in carne è dell’Anticristo”:

“Abbiamo paura di accettare e portare alle ultime conseguenze la carne di Cristo. E’ più facile una pietà spiritualistica, una pietà delle sfumature; ma entrare nella logica della carne di Cristo, questo è difficile.  E questa è la logica del dopodomani. Noi resusciteremo come è risorto Cristo, con la nostra carne”.

Francesco ha rammentato che i primi cristiani si chiedevano su come fosse risorto Gesù e osserva che “nella fede della resurrezione della carne, hanno la radice più profonda le opere di misericordia, perché c’è un collegamento continuo”. D’altro canto, ha proseguito, San Paolo sottolinea con forza che tutti saremo trasformati, il nostro corpo e la nostra carne saranno trasformati.

Chiediamo la grazia di credere nella trasformazione della carne
Ancora, ricorda che il Signore “si è fatto vedere e toccare e ha mangiato con i discepoli dopo la resurrezione”. E questa “è la logica del dopodomani, quella che noi troviamo difficoltà a capire, in cui troviamo difficoltà ad entrare”:

“E’ un segno di maturità capire bene la logica del passato, è un segno di maturità muoversi nella logica del presente, quella di ieri e quella dell’oggi. E’ anche un segno di maturità avere la prudenza per vedere la logica del domani, del futuro. Ma ci vuole una grazia grande dello Spirito Santo per capire questa logica del dopodomani, dopo la trasformazione, quando Lui verrà e ci porterà tutti trasformati sulle nuvole per rimanere sempre con Lui. Chiediamo al Signore la grazia di questa fede”.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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