“Esponi la foto di padre Jacques Hamel in chiesa: è gia’ beato. E se qualcuno contesta dì che ti autorizza il Papa”. Con queste parole Francesco si e’ rivolto al vescovo di Rouen, Dominique Lebrun, con il quale ha concelebrato a Santa Marta in memoria del sacerdote sgozzato lo scorso luglio mentre celebrava la messa da terrorisdti dell’Isis.
“Ero preoccupato per le suore e la coppia del 26 luglio: non sono venuti per ragione di salute e ho chiesto al Papa di firmare la foto. E lui mi ha detto: ‘la mettiamo sull’altare. E dopo, quando ci ha salutato fraternamente, mi ha detto: ‘Tu puoi mettere la foto e’ beato. Il papa ti ha dato il permesso'”, ha raccontato monsignor Lebrun ai giornalisti.
E quando gli e’ stato chiesto se c’e’ paura tra i fedeli a Rouen, il presule ha risposto: “si’, c’e’ paura, senz’altro. Una settimana fa alla riunione con i vicari mi hanno riferito di aver ricevuto qualche telefonata per sapere se le messe c’erano regolarmente e se c’erano pericoli. Pero’ – ha affermato – oggi c e’ piu’ gente a messa di prima. Mi sono venute in mente le parole di San Giovanni Paolo II ‘non abbiate paura’. Non e’ stupido aver paura, Gesu’ ci ha detto che dobbiamo avere il coraggio di avere paura. A livello superficiale c’e’ paura, a livello profondo c’e’ coraggio”.
Sempre ai fedeli della diocesi di Rouen, il Pontefice ha confidato: “Quanto mi piacerebbe che tutte le confessioni religiose dicessero uccidere in nome di Dio e’ satanico!”. “Padre Jacques – ha detto Francesco – e’ stato sgozzato mentre celebrava il sacrificio della Croce. Un uomo buono di fratellanza che e’ stato assassinato come se fosse un criminale: questo e’ il filo satanico. Ha accettato il suo martirio con il martirio di Cristo. E nel momento difficile che viveva, quest’uomo buono non ha perso la lucidita’ di accusare e dire il nome dell’assassino, ha detto chiaramente: ‘vattene Satana’!. Ha dato la vita per non rinnegare Gesu,’ e da li’ ha accusato l’autore della persecuzione: ‘Vattene Satana!’. Per il Papa “e’ stato un esempio di coraggio”. “Ci aiuti a tutti noi noi ad andare avanti senza paura”, ha invocato esortando i presenti con parole molto impegnative: “dobbiamo pregarlo, e’ un martire e i martiri sono beati. Dobbiamo pregarlo perchè ci dia la fraternita’ e la pace e anche il coraggio di dire la verita’: uccidere in nome di Dio e’ satanico”.
Il Papa – che celebrava con i paramenti rossi – ha sottolineato che “oggi la Chiesa celebra il mistero della Croce di Gesu’, nel quale capiamo pienamente il mistero di Gesu’, un mistero di annientamento e vicinanza a noi. Gesu’ – ha sottolineato citando San Paolo – svuoto’ se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile a noi. Umilio’ se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce: e’ un mistero – ha osservato – Gesu’ che si fa martirio per la salvezza degli uomini, è il primo martire che da’ la vita per noi. A partire da questo inizia la storia del martirio cristiano. I primi martiri hanno fatto la confessione di Cristo pagando con la vita. Era proposta loro l’apostasia: ‘dite che il nostro Dio e’ vero, non il vostro. Fate un sacrificio ai nosri dei. Quando uno rifiutava veniva ucciso”.Secondo Bergoglio, “questo si ripete fino a oggi e oggi ci sono piu’ martiri cristiani di allora”. “Oggi ci sono – ha scandito – cristiani assassinati, torturati, carcerati, sgozzati perche’ non rinnegano Gesu’. E in questa storia arriviamo al nostro padre Jacques: lui fa parte di questa catena di martiri che oggi soffrono in carcere o sono uccisi. Loro fanno vedere proprio la crudelta’ di questa persecuzione che chiede l’apostasia. Diciamo la parola: e’ satanica. Quanto mi piacerebbe che tutte le confessioni dicessero: ‘uccidere in nome di Dio e’ satanico!”