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Colombia, nel primo sondaggio sul referendum prevale il “sì”

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Vatican Insider - pubblicato il 12/09/16
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A poco meno di tre settimane dal plebiscito che dovrà stabilire se gli accordi di pace raggiunti tra governo colombiano e le Farc diventeranno operativi – e legge dello stato nei loro adempimenti legislativi – i favorevoli al quesito referendario superano di gran lunga i contrari. Se il referendum venisse celebrato oggi otterrebbe un 72 per cento di SI contro un 28 per cento di NO. La conclusione sorge dal primo sondaggio sull’intenzione di voto dei colombiani realizzato dall’Istituto Ipsos-Napoleón Franco per conto di un nutrito pool di media colombiani, tra i quali le catene radio di RCN Televisión, RCN Radio, La F.m. e il principale settimanale nazionale “Semana”. La ricerca si basa su un campione di 1500 persone a cui è stato chiesto semplicemente di manifestare per chi avrebbero votato il giorno del referendum, cioè il 2 ottobre. 

Al risultato ampiamente favorevole ha certamente contribuito l’annuncio congiunto di un cessate il fuoco definitivo dato pochi giorni prima del rilevamento dal presidente Manuel Santos e dal capo delle Farc Timochenko.  

Trattandosi di una prima inchiesta a livello nazionale, lo studio permette di evidenziare il comportamento dei votanti nei centri urbani e nelle zone rurali. In queste ultime la percentuale dei favorevoli aumenta fino al 78 per cento contro il 22 dei contrari, mentre nelle aree urbane si attesta sul 69 contro il 31 per cento, segno che la fine del conflitto ha ripercussioni che toccano maggiormente le popolazioni più umili e la loro vita quotidiana. Dal sondaggio emerge anche che il SI raggiunge percentuali più alte tra gli uomini (73-27) che tra le donne (70-30). Per strati sociali si nota una diminuzione del vantaggio del SI sul NO nella fascia di reddito medio (65 contro 35) mentre aumenta nella fascia inferiore e superiore attestandosi sulla media nazionale di 72% contro 28%. Il SI si impone in tutte le fasce d’età dei colombiani, anche se si nota un maggior scetticismo nello strato tra i 18 anni e i 45. 

Se la percentuale dei votanti è largamente favorevole al SI agli accordi raggiunti nei lunghi negoziati di l’Avana resta l’incognita della partecipazione al voto referendario. Quella necessaria perché il plebiscito sia valido deve raggiungere il 13 per cento del corpo elettorale abilitato al voto. Stando alle risposte ottenute dai sondaggisti più della metà degli interpellati (53 per cento) ha dichiarato di voler votare, contro il 47 che ancora non ha deciso. Anche per questo la Chiesa colombiana, pur non essendosi formalmente pronunciata per il SI, sta facendo una intensa campagna perché il maggior numero dei colombiani si rechi alle urne. 

www.terredamerica.com  

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