“La struttura alare del calabrone, in rapporto al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso”. È una frase di Albert Einstein, coniata dallo scienziato per esprimere ammirazione nei confronti di chi non si ferma davanti alle avversità. È diventata ora il motto di Casa Italia Paralimpica, inaugurata in un clima di festa martedì a Rio de Janeiro nella Parrocchia Imaculada Conceição, in uno dei quartieri più poveri della città. Una scelta controcorrente, fatta con la volontà di lasciare un segno concreto quando i riflettori della Paralimpiade si saranno spenti ma gli abitanti di Rio torneranno alla loro vita, spesso fra mille difficoltà e contraddizioni. Una situazione ancora più difficile per i ragazzi disabili, che in Brasile hanno poche opportunità di praticare attività sportiva. Per questo il Comitato Paralimpico, in collaborazione con la Diocesi di Rio e la Santa Sede, ha deciso di devolvere parte delle proprie risorse alla costruzione di campi sportivi vicino alle parrocchie della metropoli carioca, realizzati senza barriere architettoniche e quindi fruibili anche da persone con disabilità.
«Si tratta di un messaggio di vera inclusione, la sintesi perfetta del movimento paralimpico – dice la portabandiera italiana alle Paralimpiadi, quella Martina Caironi, vincitrice dell’Oro a Londra nei 100 metri e primatista mondiale con 14’’61 – che mette tutte le disabilità sullo stesso piano attraverso lo sport». Per Rio 2016 si è colorata le punte dei capelli della stessa tonalità dei suoi occhi, il celeste, all’inaugurazione gira per Casa Italia più allegra che mai, immortalando chiunque incontri con video in diretta Facebook. La torinese Martina Barbierato – la prima italiana qualificatasi per il sollevamento pesi paralimpico – ha invece le unghie glitterate verdeoro in onore della bandiera brasiliana, mentre Oxana Corso, velocista russa di nascita ma romana di adozione, sfoggia una coda di cavallo fucsia; perché si può essere contemporaneamente atlete e giovani donne che non rinunciano a fantasia e femminilità. Fantasia che comunque non manca a Casa Italia, grazie alla mostra AbilitArt (dipinti e sculture realizzate dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Torino sul tema dei limiti del corpo umano, superabili attraverso lo sport) e a Chef Rubio, il cuoco laziale seguitissimo sui social che ogni sera cucinerà nel segno dell’integrazione tra persone, popoli e culture. Per una Casa Italia di festa e solidarietà.