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Emozioni, sale della vita e dell’educazione

Vatican Insider - pubblicato il 07/09/16

La formula dello scorso ne aveva decretato il successo, così i responsabili delle Edizioni Il Messaggero di Sant’Antonio di Padova e dell’Ufficio pastorale educazione e scuola della diocesi patavina hanno deciso di continuare la collaborazione che li vede affiancati nella formazione dei docenti, in particolare di IRC, ma non solo. 700 partecipanti e iscrizioni chiuse due settimane in anticipo sono la premessa decisamente incoraggiante del nuovo evento 2016 che si svolgerà presso l’Auditorium dell’OPSA a Sarmeola di Rubano (Padova) il 9 e 10 settembre sul tema delle Emozioni. 

«Da figli del nostro tempo e del nostro mondo occidentale noi siamo soliti affidare la nostra vita alla freddezza e, per certi versi, alla prevedibilità della nostra razionalità: discernimento, progetti, problem solving, gestione della vita relazionale e affettiva – commenta fra Fabio Scarsato, direttore editoriale della Casa Editrice dei francescani conventuali – Che poi le cose non stiano semplicisticamente così, che la razionalità intesa come aspettativa di comprensione intellettuale di tutto sia una pretesa assurda è scoperta quotidiana». 

«Educare si può», o meglio «si deve», scrive il pedagogista salesiano don Alessandro Ferraroli. Perché, anche nel mondo moderno, nel tempo della globalità e del virtuale, educare è ancora una missione possibile, e quanto mai necessaria. Ma ogni educatore oggi sa bene che non basta «apprendere»: occorre che l’apprendimento sia significativo. In una dinamica di apprendimento l’esperienza emotiva infatti è tutt’altro che secondaria, soprattutto nell’attuale contesto di fragilità e precarietà. Come dire, si apprende meglio, se emotivamente coinvolti, se ciò che apprendo riesce a far vibrare le corde della vita e non solo i neuroni della mente, se è capace di fornire un approdo. 

Ecco perché occorre sempre motivare sempre a tre dimensioni: con la testa, il cuore e le mani per fare appello alla dimensione cognitiva, emotiva e pragmatica. La sola informazione, anche quella più scientificamente corretta, non basta a raggiungere il cuore delle persone e attivare una modifica di attitudini e comportamenti, ad ogni età. E ciò si rivela sempre più indispensabile per quanti operano quotidianamente con i ragazzi nell’educazione scolastica o nell’educazione in genere (quanti genitori si preoccupano di ciò che «sentono» i figli? O delle motivazioni che hanno reso se stessi distaccati nei loro confronti al rientro dal lavoro?) in quanto sono proprio le emozioni ad influenzare, spesso profondamente, i nostri comportamenti e i rapporti educativi. E oggi, nell’epoca dei social, la carica emozionale, se non riconosciuta e gestita correttamente, rischia di attivare comportamenti impensati. «Perché il trovarsi di fronte a un videoterminale di qualsiasi tipo fa cambiare la percezione delle nostre emozioni e a farne le spese prima di tutti sono proprio i nostri ragazzi», spiega don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio pastorale educazione e scuola della diocesi di Padova. 

«Tu chiamale emozioni, tra mente e cuore» è allora un tema di scottante attualità che verrà declinato a livello disciplinare da una serie di esperti per riflettere sul linguaggio delle emozioni nei ragazzi e la loro conflittualità, come descrivere le proprie emozioni e il rapporto fra teologia ed emozioni. Tra i relatori, Cristina Simonelli (Coordinamento Teologhe Italiane), Gustavo Pietropolli Charmet (psichiatra e psicoterapeuta dell’adolescenza), Duccio Demetrio (Libera Università dell’Autobiografia e Accademia del Silenzio), Daniele Novara (Centro Psicopedagogico per la pace), Simona Atzori (artista, ballerina, formatrice). È previsto anche un laboratorio cinematografico interreligioso a cura di Religion Today Film Festival di Trento. 

E, in occasione del Convegno (che anche quest’anno vanta una lunga serie di patrocinii tra cui il MIUR e la Facoltà Teologica del Triveneto), arriva in libreria il breve saggio che raccoglie e riprende il titolo di quello, fortunato, dello scorso anno: «In carne e ossa. Tra corpo e spirito» dedicato al tema della corporeità, oggi decisamente rivalutata anche in ambito cattolico, e al nesso corpo/fede. 

Autori sono la trentina Elena Bosetti, religiosa della Famiglia Paolina di Gesù buon Pastore, teologa biblista, già docente di ecclesiologia e di esegesi del Nuovo Testamento (che tratta del libro più «carnale» della Bibbia, il Cantico dei Cantici) e il lombardo Franco Giulio Brambilla, dal 2012 vescovo di Novara – già docente di cristologia e antropologia teologica preso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e preside della stessa Facoltà dal 2006 al 2012 – che, partendo dal racconto dei discepoli di Emmaus, guida la riflessione sul ruolo del corpo dopo l’evento della Pasqua.  

Elena Bosetti – Franco Giulio Brambilla, In carne e ossa (prefazione di Claudio Imprudente, introduzione di Lorenzo Celi) Edizioni Il Messaggero di Sant’Antonio pp. 100, € 9,00. 

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