«Madre Teresa aveva un sogno: quello di aprire una casa delle missionarie della carità in Cina. Questo desiderio non si è realizzato durante la sua vita. Ma speriamo che, se è volontà di Dio, possa avverarsi un giorno. Se Dio vorrà e se ci saranno le condizioni, saremmo felici di farlo oggi»: inizia rinnovando un auspicio presente nel cuore e nella mente di Madre Teresa la conversazione che Vatican Insider ha avuto con la tedesca Mary «Prema» Pierick, Superiora generale delle Missionarie della carità, nella casa generalizia di Calcutta dove riposa il corpo della Madre che viene canonizzata in Vaticano il 4 settembre.
La casa è un viavai di gente, soprattutto pellegrini di ogni religione che vengono a deporre fiori al sepolcro della Madre. Fra semplici turisti e curiosi, mendicanti e bambini di strada, le religiose accolgono tutti con la proverbiale gentilezza e il sorriso.
Prima di volare a Roma per partecipare alla celebrazione, suor Prema – quel nome, che in sanscrito significa «amore», glielo ha dato la Madre – ha tracciato le prospettive della missione dell’istituto che oggi è chiamata a guidare, dopo Madre Teresa e suor Nirmala Joshi.
Come riferisce la Superiora, le religiose col sari bianco nel mondo sono 5.160 (a cui si aggiungono 137 novizie e 120 postulanti), presenti in 139 nazioni, con un numero complessivo di 758 case (734 con suore di vita attiva e 24 dedite alla vita contemplativa). La maggior parte dei conventi sono in India (243 comunità), mentre oltre confine sono 516. Accanto a loro operano i «Fratelli della carità», istituto maschile con 397 preti (e 19 novizi), presente in 21 paesi del mondo con 69 case (43 in India e 26 all’estero).
Per un giorno i seguaci di Madre Teresa, che fanno dell’umiltà e della discrezione i tratti essenziali del carisma, saranno al centro del mondo: Papa Francesco proclama santa Madre Teresa e la sua famiglia religiosa gioisce nella semplicità che ne caratterizza la vita, seguendo l’evento in tv e poi celebrando una messa sulla tomba della Madre.
«Madre Teresa – esordisce suor Prema – è una donna che si è dedicata a Cristo e ai poveri. Ci ha testimoniato l’amore di Dio che inizia con il donare un sorriso, gentilezza, accoglienza verso ogni essere umano, piuttosto che con il predicare. La Madre nei poveri ha riconosciuto Cristo e per questo il poveri sono al centro: riconosciamo, in tale aspetto, una sintonia speciale con le parole e l’esempio di Papa Francesco che oggi offre Madre Teresa alla Chiesa e al mondo come icona della misericordia, in questo Anno santo».
«La misericordia – prosegue – è stata per la Madre uno stile di vita che ha vissuto prima di tutto nella sua comunità delle suore e poi fuori, nella relazione col prossimo: è il nostro stile di vita, fatto di amore e perdono verso tutti. Questo esempio è la nostra strada oggi», indicata all’umanità come appello a universalizzare la compassione, in un mondo che appare sempre più conflittuale e violento.
«Mentre vediamo il mondo ferito dalla violenza e avvolto dalle tenebre, la Madre accompagna il nostro cammino perchè la luce di Cristo possa illuminarlo. E’ triste vedere atti di terrorismo che provocano innumerevoli sofferenze e dolori. Dio ci ha fatto per l’amore e la pace, non per la guerra e l’odio», osserva la Superiora, guardando la situazione internazionale.
«Siamo consapevoli che il mondo attuale affronta sfide complesse ed segnato da sofferenza, violenza e cultura dell’indifferenza. L’antidoto è una cultura di amore e di pace, dato che tutti gli uomini, nel profondo, desiderano la misericordia e pace. Questo è il nostro impegno, come missionarie della carità: essere accanto e collaborare con ogni persona, di qualsiasi religione e nazionalità, ovunque ci troviamo, per il bene dell’umanità. Lavoriamo nel silenzio, senza sosta, confidando nella grazia e nella misericordia di Dio».
La missione è chiara: «Quello che doniamo ai poveri e alla gente che incontriamo sul nostro cammino è prima di tutto Gesù Cristo e il suo amore: noi siamo solo suoi strumenti. Madre Teresa è il volto della misericordia in quest’Anno giubilare, perchè ogni uomo e ogni donna possa vedere ed essere toccato dalla misericordia di Dio».
Tantopiù c’è il desiderio che questo avvenga nei luoghi dove i cristiani sono una piccola minoranza o dove, come in Medio Oriente, sono esposti alla violenze. Ne hanno fatto le spese, ricorda suor Prema, anche quattro missionarie della carità, trucidate in Yemen nel marzo scorso: «Hanno vissuto l’amore di Dio nella loro vita, restando fonte di misericordia fino alla fine, con grande fede e spirito di servizio incondizionato all’umanità sofferente. Sono un seme di Vangelo e un esempio prezioso per tutte noi. Tutti siamo chiamati a costruire la pace, l’armonia e l’amore tra i popoli, le culture, le religioni e le civiltà. Dio ci ha creato per questo».