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Ambiente, la Giornata del Creato unisce le chiese europee

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Vatican Insider - pubblicato il 31/08/16
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La tutela e la salvaguardia del Creato, la responsabilità e l’attenzione verso il prossimo, i poveri e i dimenticati, sono al centro delle iniziative e della preghiera comune che le diverse confessioni cristiane presenti in Europa, terranno il primo settembre in occasione della celebrazione della Giornata della Creazione. Si tratta di un appuntamento divenuto negli ultimi anni un’importante occasione di impegno ecumenico, di condivisione e di promozione del Vangelo nel mondo contemporaneo. Sullo sfondo naturalmente anche l’enciclica di papa Francesco dedicata a questi temi e pubblicata poco più di un anno fa, ’Laudato sì’, divenuta testo di riferimento sia nel mondo cristiano che nel dialogo con altre fedi e con ambienti politici, culturali, scientifici diversi fra loro ma sensibili all’appello lanciato da papa Francesco. 

D’altro canto, meno di un anno fa, si è svolta a Parigi la Conferenza mondiale sull’ambiente e i cambiamenti climatici (Cop21), e anche in quell’occasione la voce delle chiese si è levata chiedendo ai potenti e ai grandi del mondo un’inversione di rotta per ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e il riscaldamento globale che sta mettendo in pericolo la vita di milioni di persone soprattutto in Africa e Asia. Il vertice di Parigi ha raggiunto un accordo positivo sottoscritto da 195 Paesi, che però ora dovrà essere ratificato e applicato, in tal senso le chiese chiede cristiane esigono anche che gli impegni presi a Parigi non vengano disattesi. 

Quest’anno, inoltre, Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE – cattolici) e la Conferenza delle Chiese Europee (CEC – protestanti, anglicani ortodossi), in occasione della Giornata della Creazione, hanno chiesto «preghiere comuni e un rafforzamento del lavoro ecumenico per la cura della Creazione». In un comunicato congiunto diffuso in questi giorni, si legge fra le altre cose: «Il Tempo per la Creazione, dal 1 settembre al 4 ottobre (la festa di San Francesco d’Assisi nella tradizione occidentale) è un periodo speciale nei calendari liturgici in un numero crescente di Chiese in Europa». 

«In questo periodo – si spiega – ricordiamo il dono della creazione e la nostra relazione con esso. La celebrazione di questo tempo e il suo posto nel ciclo delle preghiere e delle forme di culto cristiano è stata raccomandata dalla III Assemblea Ecumenica Europea, Sibiu 2007». Quindi si rileva come la Rete cristiana europea per l’ambiente (ECEN) sia stata determinante «nell’incoraggiare i cristiani a pregare insieme in uno spirito di cooperazione ecumenica e nel promuovere azioni per la cura del Creato. L’iniziativa di celebrare una giornata di preghiera per la Creazione di Dio il 1 settembre, che nella tradizione bizantina è l’inizio dell’Anno Ecclesiale, è nata nel 1989 dal Patriarca ecumenico Dimitrios. In questa stessa linea, nel 2015 Papa Francesco ha deciso che il 1 settembre venisse celebrata la Giornata Mondiale di Preghiera per la Salvaguardia del Creato nella Chiesa cattolica». 

«Secondo il Vangelo – affermano ancora i due organismi nella nota comune – la responsabilità nei confronti dell’ambiente non può mai essere separata dalla responsabilità verso gli altri esseri umani: verso il nostro prossimo, verso i poveri, o i dimenticati, il tutto in un vero spirito di solidarietà e di amore». «Rispettare la creazione – si legge ancora – non significa soltanto proteggere e salvaguardare la terra, l’acqua e le altre componenti del mondo naturale. Consiste anche nell’esprimere rispetto per gli esseri umani che condividono quei doni e ne portano la responsabilità. Pertanto, insieme a tutti i cristiani, ci sforziamo con gioia di testimoniare Gesù Cristo, ’perché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra’». 

Papa Francesco, durante l’angelus di domenica scorsa, aveva ricordato che «Giovedì prossimo, primo settembre celebreremo la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, insieme con i fratelli ortodossi e di altre Chiese: sarà un’occasione per rafforzare il comune impegno a salvaguardare la vita, rispettando l’ambiente e la natura». 

Anche dal World council of churches (WCC), attraverso il segretario dell’organismo, il reverendo Olav Fykse Tveit, sono arrivate indicazioni precise: «Come cristiani, abbiamo speranza. Crediamo che Dio non abbandona la creazione e che noi stessi possiamo diventare fari di quella speranza diffondendo i semi di un futuro diverso». «Facciamo appello ai nostri governi – ha affermato ancora Tveit – affinché ratifichino l’accordo di Parigi; chiediamo indicatori alternativi di crescita che misurino meglio la salute delle comunità e degli ecosistemi. Possiamo disinvestire nei combustibili fossili e reinvestire in fonti alternative sostenibili». 

Infine da rilevare che nel nostro Paese la Giornata del Creato coincide con i giorni drammatici del terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale causando circa 300 vittime, migliaia di sfollati, distruzioni di interi Paesi. In tal senso il segretario della Ccee, monsignor Duarte da Cunha, ha parlato sia della fragilità del Pianeta che delle responsabilità umane. «Se noi riconosciamo la nostra umiltà davanti al creato – ha detto monsignor Da Cunha -, non dobbiamo allora avere la pretesa di dominare, controllare, manipolare ma il rispetto di mettersi davanti a questo Mistero e la missione di servire. C’è una fragilità insita nel pianeta. L’uomo non è onnipotente. Non possiamo pensare che non ci saranno altri disastri o che altri disastri verranno solo dalla mano dell’uomo. Quello che però possiamo fare e possiamo chiedere al Signore è che tutti i disastri che ci sono nella natura possano avere una risposta anche di solidarietà e di sostegno, per accogliere e abbracciare chi ne è stato colpito e trovare soluzioni per ricostruire un futuro». Importanti anche le parole pronunciate dal vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nel corso della messa per le vittime del terremoto celebrata ad Amatrice: «Il terremoto non uccide. Uccidono piuttosto le opere dell’uomo! I paesaggi che vediamo e che ci stupiscono per la loro bellezza sono dovuti alla sequenza dei terremoti».  

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